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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2013 alle ore 08:25.
Cambiar tutto per restare uguali a sé stessi. Il Gruppo Mezzacorona ha inaugurato un nuovo corso che ha come principale obiettivo quello di consolidare i risultati e le posizioni costruiti negli ultimi decenni e se possibile di migliorarli. Mezzacorona è infatti un gruppo costituito da società, sia cooperative che di capitali, e che vede come holding capogruppo la cantina cooperativa fondata nel 1904, che conta 1.600 viticoltori associati, i quali gestiscono 2.800 ettari di vigneto nel solo Trentino-Alto Adige (ai quali si aggiungono i 1.000 ettari in Sicilia), e che ha nella propria gamma di vini tutte le principali varietà trentine: dai bianchi Pinot Grigio, Chardonnay e Traminer ai "rossi" Teroldego Rotaliano e Lagrein fino agli spumanti Trentodoc a marchio Rotari. Il Gruppo trentino nel 2012 ha registrato un fatturato di 160 milioni (+7,4%) che lo pone fra le prime cinque aziende italiane del vino. Un giro d'affari realizzato inoltre all'87% sui mercati esteri.
Accanto a questi risultati positivi Mezzacorona ha riprogettato la propria governance e dopo la positiva fase guidata dall'accoppiata Guido Conci (presidente) e Fabio Rizzoli (amministratore delegato), a inizio 2012 ha eletto come nuovo presidente Luca Rigotti, mentre nel 2013 ha nominato come nuovo direttore generale Fabio Maccari. «I numeri già chiariscono – spiega il direttore generale Fabio Maccari – che la nostra mission non può che puntare a dare continuità alla crescita della cantina. Un'azienda ben strutturata che ha da poco concluso la realizzazione delle proprie infrastrutture produttive e di accoglienza turistica (con l'ultimazione a Mezzocorona della "Cittadella del vino" e il restyling delle tenute siciliane di Feudo Arancio) e che vanta una grande credibilità sia nei confronti dei clienti che del mondo bancario».
Le prime mosse avviate dal nuovo direttore generale si sono concentrate sull'anello commerciale. «Siamo convinti – spiega Maccari – che i positivi risultati registrati all'estero, e in primo luogo in Usa, Germania, Scandinavia, Giappone e Canada ma anche su mercati emergenti come Russia e Cina, vadano consolidati. In alcuni casi, come in Nordamerica o in Germania, attraverso la presenza diretta garantita dalle nostre filiali. Ma riteniamo importante anche curare il mercato domestico e in particolare i rapporti con la grande distribuzione e la ristorazione. Anche perche' - ma lo diciamo sottovoce – risultati positivi li stiamo registrando pure in Italia».
Maccari, prima di assumere la direzione di Mezzacorona ha operato a lungo nel settore dell'olio d'oliva con Unilever e poi con gli spagnoli di Grupo Sos, oggi Deoleo (che avevano rilevato i marchi italiani Carapelli, Bertolli e Sasso). «Fra i due settori chiave del made in Italy ci sono alcune importanti differenze – conclude –: nel vino c'è un maggiore grado di integrazione verticale. La nostra cantina ad esempio ha il controllo totale della filiera dalla campagna fino al mercato. Mentre nell'olio spesso gli imbottigliatori si limitano ad acquistare la materia prima. L'altra grande differenza è invece legata all'efficienza e all'efficacia del sistema della cooperazione in particolare in Trentino, dove i soci-produttori riescono a conciliare l'obiettivo della creazione del valore con i principi della mutualità».
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