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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2013 alle ore 11:52.

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Il mercato dei grandi yacht continua a essere dinamico

La 23esima edizione del Monaco Yacht Show ha certificato che la fascia dei megayacht sta subendo, per adesso, solo in minima parte gli effetti generati dalla crisi della nautica. Una buona notizia per l'Italia, che continua in questo segmento a detenere la fetta più grossa del mercato: il 36%, più del doppio di Olanda e Turchia entrambe appaiate al secondo posto con il 13%. A colpire maggiormente sono le misure raggiunte dagli ordini. Se fino a cinque anni fa si ragionava su lunghezze medie intorno ai 50 metri oggi la taglia media si è alzata e oscilla tra i 60 e i 70 metri. A oggi ci sarebbero una quindicina di unità sopra i 100 metri in costruzione o nel portafoglio ordini dei cantieri.

Il 2013 è dunque un anno particolare, culminato con il varo di Azzam. Costruito dal cantiere Lurssen è, con i suoi 180 metri di lunghezza, il megayacht più grande del mondo. Orgoglio dell'industria nautica tedesca sì, ma anche fiore all'occhiello di un made in Italy che nello yacht design sta facendo scuola. Le linee esterne di questo gigante sono opera dello studio milanese Nauta Yachts che, dopo una lunga esperienza nella vela, lascia la sua firma anche nel motore, con un progetto da Guinness dei primati. A Monaco brillava un altro esempio dell'asse Italia-Germania: Quattroelle, con i suoi 88 metri di lunghezza l'ammiraglia della rassegna nautica monegasca, con il design italiano sugli scudi. A firmare sia gli interni sia gli esterni è stato chiamato lo studio veneziano Nuvolari–Lenard.

Crn (Gruppo Ferretti) ha invece festeggiato i suoi 50 anni col varo di Chopi Chopi, un 80 metri che si può dire tutto italiano. Il progetto degli esterni, infatti, è stato curato dallo Studio Zuccon International Project mentre gli ambienti interni sono opera di Laura Sessa. «Aver partecipato al Monaco Yacht Show con due anteprime mondiali del livello del Chopi Chopi e del 60 metri J'ade - commenta Lamberto Tacoli, ad di Crn - è un motivo di grande orgoglio, e farlo nell'anno in cui il cantiere compie 50 anni ha un sapore particolare. Siamo ottimisti sulle prospettive future. Ma dobbiamo continuare a investire sui nostri asset: il design, la tecnologia, l'artigianalità, l'innovazione e l'italianità».

Valori, questi, cari anche a Benetti, che nel 2013 gira la boa dei 140 anni, con la consegna del 47 metri Lady Candy e del 55 metri Ocean Paradise, premiato con il Rina Green Plus dal principe Alberto di Monaco. L'industria dei megayacht annovera tra le firme del made in Italy anche nomi del calibro di Admiral-Tecnomar che ha presentato Cacos V, scafo di 40 metri; a voler ribadire le intenzioni di consolidare la sua presenza in questa fascia di mercato, il cantiere ha alzato il sipario su alcuni progetti di fascia alta, a iniziare da Envy gamma (con unità di lunghezze comprese tra i 33 e i 50 metri). La vivacità della nostra cantieristica è testimoniata anche da Baglietto, che ha recentemente varato il 44 metri Monokini, e da Mondomarine, che si è distinto con Nameless, un 41 metri che segna anche il debutto di Antico setificio fiorentino sulla scena nautica (i suoi tessuti hanno impreziosito gli interni della barca disegnata da Luca Dini). Infine, da registrare l'ingresso di Overmarine, da sempre un punto di riferimento nei maxi open, nel segmento dei megayacht dislocanti. Il cantiere viareggino a Montecarlo ha introdotto un nuovo progetto per un 42 metri della serie Oceano, che sarà preceduto da un'unità della stessa gamma, questa volta di 46 metri, attesa al debutto per il prossimo anno. Per una conferma come Overmarine una new entry come Camper & Nicholsons. Lo storico cantiere di Gosport, oggi di proprietà di Leonardo Ferragamo, ha colto l'occasione offerta dal Monaco Yacht Show per presentarsi con una nuova linea di navette di 42 metri denominata Filante. Il mondo dei megaycaht parla sempre di più l'italiano.

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