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Caffè e vini, il gusto che crea sviluppo

Le Crete. Costantino Charreré (nella foto) è il maggiore produttore privato locale: 210 mila bottiglie e un fatturato da 1,4 milioni. In azienda lavorano moglie e figlieLe Crete. Costantino Charreré (nella foto) è il maggiore produttore privato locale: 210 mila bottiglie e un fatturato da 1,4 milioni. In azienda lavorano moglie e figlie

Il pessimismo agita gli animi degli imprenditori valdostani. Nel luglio 2009 la tradizionale indagine previsionale trimestrale di Confindustria Valle d'Aosta, preannunciava una «risalita lenta». Di certo, allora, nessuno pensava che il rallentamento dell'economia regionale si sarebbe prolungato sull'ultimo trimestre 2013 e con sicuri riverberi sui primi mesi del 2014.
L'analisi dei dati elaborati dagli uffici guidati dal direttore Edda Crosa, non lascia spazi a dubbi. «I risultati - dice la presidente di Confindustria, Monica Pirovano - non permettono di nutrire eccessive speranze sui tempi di avvio rapido della ripresa. Questo clima di incertezza e il permanere di condizioni difficili sul fronte della liquidità e del credito contribuiscono a indebolire i timidi segnali di miglioramento e dilazionano la ripresa».

Per la presidente Pirovano «l'imprenditoria valdostana, nel suo sforzo per uscire dalla recessione, ha bisogno di certezze, di politiche concrete e strutturate che diano un maggiore sostegno alla crescita, agli investimenti e ai consumi delle famiglie».

Un dato su tutti: «Le indicazioni relative all'acquisizione di nuovi ordini vedono il 38% di pessimisti e solo il 7% di imprenditori ottimisti». Pessimismo sì, ma senza gettare la spugna, come dimostra il convegno che Confindustria Valle d'Aosta ha voluto dedicare al «futuro dell'impresa manifatturiera» e che si svolgerà il 19 novembre, a confronto con la Provincia autonoma di Bolzano.

A incidere maggiormente sono le indicazioni provenienti dalle imprese che operano nell'edilizia e nel turismo. Una crisi che Pirovano conosce bene dal suo osservatorio di ad della Cogne acciai speciali, la realtà industriale più importante della regione, per occupati (circa mille) e fatturato (intorno ai 500 milioni) e che vive le quotidiane difficoltà del settore siderurgico. Dalla mobilità volontaria per 55 dipendenti alla recente cessione di un ramo d'azienda, mentre continuano gli investimenti, a partire dalla nuova pelatrice Schumag, la prima del suo genere ad operare in Europa, la terza nel mondo, in grado di garantire la lavorazione di barre di grandi dimensioni destinate al mercato Oil&Gas.

In uno scenario così complicato assume un valore positivo la decisione della Lavazza di mantenere il suo polo produttivo valdostano, a Verrès, con 70 dipendenti e con un volume di oltre 20mila tonnellate di caffè torrefatto.

Nello stabilimento dal 2008 a oggi i volumi produttivi sono incrementati di circa il 40 per cento. Rimanendo nell'alimentare, pur in un comparto di nicchia come quello del vino (con 7 milioni di fatturato complessivi in Valle d'Aosta, due milioni di bottiglie e una cinquantina di realtà produttive, cantine sociali comprese) spicca la consacrazione di Costantino Charrère, con l'etichetta Les Crêtes (molto noto per il suo Chardonnay Cuvée Blanc).

Charrére è il maggior produttore privato locale, che, con le sue 210mila bottiglie e una previsione di fatturato 2013 da 1,4 milioni, è stato inserito fra le "dodici storie di coraggio" descritte nell'ultimo libro del patron di Eataly, Oscar Farinetti. E anche Charrère (e con lui la moglie Imelda e le figlie Eleonora e Elena attive nell'azienda di famiglia) non smette di investire.

L'ultima scommessa è rappresentata dai 2 milioni di euro necessari per realizzare il progetto di una nuova cantina di 1.200 metri quadrati ad Aymavilles, a fianco dell'attuale sede. Lo studio è stato effettuato dall'architetto Domenico Mazza, di Courmayeur; il progetto, denominato "Rifugio del vino", ha già ottenuto una menzione speciale nel concorso "Le Cattedrali del vino" della rivista Gambero Rosso.

Cresce, intanto, molto probabilmente come rimedio contro la crisi, anche l'investimento nella formazione da parte del sistema produttivo regionale. A dimostrarlo la forte crescita dell'attività di Fondimpresa Valle d'Aosta, guidata da Franco Zurru (Heineken), che ha visto triplicare il numero degli iscritti negli ultimi due anni, passando da 271 a 881 a fine 2012, con 11.757 lavoratori coinvolti. I piani formativi aziendali sono cresciuti nel tempo sia in ordine di numero (da 14 nel 2007 a 30 nel 2012) che di dimensione finanziaria, grazie all'accumulo di risorse nel conto formazione, così come il numero dei lavoratori coinvolti (da 7 nel 2007 a 246 nel 2012).

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