Impresa & Territori IndustriaLe boutique monomarca conquistano la Penisola
Le boutique monomarca conquistano la Penisola
di Augusto Capitanucci | 3 dicembre 2013
Anche il 2013 si conferma un anno importante per il comparto orologiero. Infatti, i fatturati sono in crescita in termini di valore anche se non di volumi, grazie al lusso, e quindi all'alto di gamma, che non vuole saperne di rallentare. Tanto da spingere le grandi multinazionali del settore a intraprendere acquisizioni che, in passato, non si sarebbe nemmeno immaginato di riuscire a portare a termine.
Operazioni che si sono concluse, ma anche voci che si rincorrono in un mercato ancora aperto, che ultimamente non conosce stagioni e che ha alla base una regola imprescindibile: tutto è potenzialmente in vendita, basta avere le risorse finanziare adeguate. I risultati di questa crescita inarrestabile, sono innanzitutto gli investimenti nella direzione delle manifatture, vale a dire di quelle fabbriche che si strutturano con quella che in gergo si chiama "integrazione verticale" e cioè la capacità di realizzare i propri movimenti e non di operare il solo assemblaggio dei componenti che giungono da fornitori esterni.
E poi, come accade da anni nella moda e negli accessori, dove le grandi griffe hanno scelto di percorrere la sacrosanta strada delle boutique monomarca, negli ultimi 12 mesi anche l'universo delle lancette che contano sta perseguendo questa tendenza mondiale, Belpaese compreso.
I primi segnali, in realtà, si erano già avuti fin da cinque anni fa, quando la famiglia Pisa aprì il Rolex Flagship Store; a questa prima esperienza hanno fatto seguito l'anno successivo quello firmato Patek Philippe e la dream room Vacheron Constantin, sempre in via Verri, nel pieno quadrilatero della moda milanese.
Ora sembra che questa sia una delle tendenze principale di questo settore che potrebbe riservare non poche sorprese.
Sempre a Milano, nell'ultimo anno e mezzo, hanno inaugurato la propria boutique Officine Panerai, la Grande Maison per eccellenza Jaeger LeCoultre, Breguet, che ha celebrato il suo primo anniversario pochi giorni fa, a pochi metri di distanza dai cugini Omega che pare debbano spostarsi, a breve, in una location ancora più esclusiva.
Ha da poco riaperto i battenti con uno spazio più grande e completamente rinnovato, il punto vendita Audemars Piguet. È stata inoltre totalmente rinnovata e ingrandita la boutique Cartier. Una strada intrapresa anche dalla maison Chopard, da Louis Vuitton che ha dedicato quasi un piano ai suoi segnatempo di manifattura e da Hermès, noblesse oblige (nell'appena inaugurata nuova sede di via Montenapoleone). E c'è chi giura che a breve, nella città meneghina, si vedrà anche la prima boutique monomarca italiana di Richard Mille. Roma "caput Mundi", non poteva essere da meno. Meta di turisti che giungono da ogni dove, nel risiko delle boutique hanno posizionato la loro pesante pedina la manifattura Hublot – marchio della galassia Lvmh – con un importante corner da Bedetti, Jaeger LeCoultre, IWC Schaffhausen, Hour Passion – retail di proprietà di Swatch Group – ma si sente insistentemente parlare di altre maison alla ricerca della location giusta, come Audemars Piguet, Breitling e TAG Heuer.
Una lettura fatta allo specchio, potrebbe valere anche per Venezia, dove sono pronti a tagliare il nastro sia Jaeger LeCoultre sia IWC Schaffhausen nella inossidabile cornice di piazza San Marco, là dove è già presente Chopard, a cui si sono affiancati i grandi eventi inaugurali di Omega, TAG Heuer e Officine Panerai. C'è, inoltre, chi dà per certo l'arrivo a Venezia di Vacheron Constantin.
Ma molte altre case orologiere stanno scrutando palazzi, campi e campielli veneziani. Del resto, il fascino della laguna è immortale e infinito, come il tempo.
