Impresa & Territori IndustriaIl 2014 sarà un anno di transizione
Il 2014 sarà un anno di transizione
di Emanuele Scarci | 4 febbraio 2014
Italia fiere, anno zero. Le grandi fiere italiane tornano a scaldare i motori per ripartire nel 2015, con l'attesa ripresa economica e con l'Expo a Milano. Il 2013 è stato un anno di sofferenza per i nostri quartieri, con poche eccezioni. Le principali manifestazioni internazionali hanno tenuto, ma l'emorragia di spazi ed espositori è continuata.
La recessione ha impattato su Fiera Milano che, nei primi 9 mesi del 2013, ha lamentato un calo di una trentina di milioni dei ricavi, anche per un calendario sfavorevole. Sfavorevole anche il programma di quest'anno, ma nel 2015 si concentreranno una serie di eventi straordinari (da Expo a manifestazioni biennali, triennali e quadriennali) che potrebbero spingere il fatturato, secondo le stime di Intermonte, a 340 milioni, con un Mol (margine operativo lordo) di una quarantina di milioni.
Veronafiere, invece, ha chiuso il 2013 con una crescita dei ricavi del 5,7% a 74 milioni e un Mol che incide per il 16%. Per il 2014 prevale l'ottimismo: 57 rassegne (43 in Italia e 14 all'estero) spingeranno il fatturato oltre i 95 milioni, assicura la società scaligera. Dopo l'anno dispari senza Cibus, Fiere di Parma per il 2013 punta su un fatturato di 37 milioni e un Mol in miglioramento da 6,5 a 9 milioni. Arretra Rimini Fiera sul fatturato (da 62,4 milioni a 71,6 milioni) ma il Mol di 8,1 milioni è in linea con il 2012.
Perché le fiere hanno subìto così massicciamente la recessione? «Da sole, le manifestazioni non possono compensare gli effetti della crisi – risponde Ettore Riello, presidente di Aefi, l'Associazione delle esposizioni e fiere Italiane –. Certo, le aziende sono più selettive, ma quando investono ne traggono beneficio. Parlano i numeri: il 50% dell'export nasce da contatti originati dalla partecipazione alle manifestazioni fieristiche e il 75,3% delle imprese vede nella fiera uno strumento fondamentale per il proprio sviluppo».
L'Osservatorio Aefi rileva che, nel secondo quadrimestre del 2013, il numero delle manifestazioni è stazionario per il 41,6% dei quartieri, in aumento per il 41,7%, in diminuzione solo per il 16,7%. Il saldo (+25,1%) torna ad essere quindi significativamente positivo. «In sostanza – osserva Riello – si riduce pesantemente la stazionarietà a favore della crescita».
E il 2014? «Sarà molto impegnativo, naturalmente – risponde Riello –. Ma sarà anche un anno in cui l'avvicinamento di Expo potrà portare nuovo fermento. Come Aefi, ci siamo impegnati a proporre tutte le misure e iniziative possibili per consentire ai nostri associati di liberare risorse: vanno in questo senso le nostre richieste di defiscalizzazione degli investimenti all'estero per le fiere e di quelli delle imprese nelle fiere internazionali, la richiesta di revisione del trattamento catastale degli immobili. Queste richieste le abbiamo avanzate recentemente al tavolo del coordinamento fieristico, convocato e presieduto dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato».
Quanto al recente accordo tra Aefi e Ice (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), Riello sottolinea che si tratta di «un ottimo esempio di come fare sistema». «È la conferma del fatto che Ice e fiere non si sovrappongono nelle loro attività, bensì sono complementari e sinergiche – dice –. Infatti, l'accordo prevede l'impegno dell'Agenzia Ice ad erogare una serie di servizi agevolati per i nostri associati, utili per l'organizzazione delle loro iniziative all'estero. E prevede la possibilità, mediante la stipula di specifici accordi con i singoli enti, di conferire all'Ice l'incarico di rappresentare gli enti fieristici all'estero, in uno o più Paesi».
Riello sottolinea che questo accordo è fatto per tutte le realtà fieristiche associate ad Aefi, qualsiasi sia la loro vocazione e dimensione: «Apre un ingresso diretto e immediato verso i mercati esteri e mette a disposizione di tutti un networking e una professionalità di alto livello, come quello offerto da Ice».
Sulla stessa lunghezza d'onda il Comitato fiere industria (Cfi), agenzia di Confindustria per le fiere. Giuliana Ferrofino, neo-presidente di Cfi, mette al primo posto una strategia di sistema e sottolinea la necessità che la regolamentazione delle fiere internazionali debba essere riportata nella competenza del Governo centrale, in una logica di sistema nazionale. «Il trasferimento alla competenza regionale dal 2002 – rimarca Ferrofino – ha favorito una dannosa frammentazione del sistema che disorienta le imprese. Cfi pertanto è fermamente favorevole ad una riforma del Titolo V della Costituzione».
Cfi è convinta anche che il ministro Zanonato sarebbe favorevole a una strategia di sistema, per il comparto fieristico italiano. Un sogno inseguito da anni, che fatica però a diventare realtà.