Impresa & Territori IndustriaSviluppo verso la via alta
Sviluppo verso la via alta
di Aldo Bonomi | 11 febbraio 2014
Con l'arrugginirsi delle tradizionali leve di crescita, le retoriche smart e green sono divenute ancoraggio di ogni via «alta» dello sviluppo, laddove Electrolux e altri ci indicano fin troppo chiaramente quella «bassa». Guardiamo ai territori, dunque, per vedere come nella più piccola delle regioni alpine, la Valle d'Aosta, la green economy vada in montagna. Non sembri un paradosso. Nell'immaginario, l'arco alpino rimane un antico mondo incantato di pietra, legno, acqua e neve. Ma di sostenibile il modello alpino del secondo Novecento non aveva molto. Il concept è cambiato. Green non è più collaterale retorico, ma materia che "dà valore" all'atelier territorio.
La produzione di energia è qui la meno inquinante d'Italia, provenendo integralmente da fonti rinnovabili, con 87 centrali idroelettriche. Evidenti vantaggi geografici, ma c'è anche il sostegno pubblico. Il leader della produzione è la Cva, che dall'idroelettrico differenzia acquisendo parchi eolici in Piemonte e Lazio. Sul territorio crescono anche micro-centrali e si rafforzano le cooperative che producono per le comunità. Allevamenti biologici e produzioni autoctone trainano l'agroalimentare, che anche qui ha cominciato a vendere tipicità. La nuova artigianalità convive con l'alta conoscenza, il fil rouge che unisce la cooperativa che rilancia l'arte della tessitura della Valgrisenche alle intelligenze gravitanti sulla Pépinière di Aosta, dove si progettano guide turistiche per smartphone e metodologie non invasive d'indagine del sottosuolo.
Segni discontinui che ci parlano di lavori in corso più che di una metamorfosi compiuta, ma che delineano i tratti di una green economy che impregna il territorio di buone pratiche, per dotarlo di una nuova base materiale, coerente con l'immagine di sé che la Valle propone sul mercato turistico.