Impresa & Territori Made InLa Ue: fondi per Pompei a rischio
La Ue: fondi per Pompei a rischio
di Francesco Prisco | 05 marzo 2014
Chi per Pompei si aspettava risorse aggiuntive sarà rimasto deluso. Il summit convocato ieri mattina dal neo-ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a seguito dei tre crolli verificatisi lo scorso fine settimana, non cambia le carte in tavola. Semmai crea i presupposti perché, dopo quattro anni di ritardi ingiustificabili, vengano finalmente "giocate": sul fronte della manutenzione ordinaria il Mibact sblocca i 2 milioni già a disposizione della soprintendenza per il biennio in corso; su quello del Grande progetto da 105 milioni cofinanziato dalla Ue spinge per la pubblicazione del bando sul piano della conoscenza.
Il convitato di pietra ieri al Collegio Romano è stato il commissario europeo per la politica regionale Johannes Hahn. Dure le dichiarazioni arrivate da Bruxelles: «Ogni crollo - ha detto - per me è una sconfitta enorme. Chiedo con forza alle autorità italiane di prendersi cura di Pompei perché è un sito emblematico non solo per l'Europa ma per il mondo». Il tutto ribadendo che, nella programmazione 2014-2020, «ci saranno comunque nuovi fondi che potranno essere utilizzati».
Parole cui Franceschini ha replicato: «Il commissario può avere la certezza che lo Stato italiano si sta prendendo cura di Pompei sia per l'emergenza che per la prospettiva». Di fatto l'incontro romano, cui hanno partecipato tra gli altri il direttore generale di progetto Giovanni Nistri e il neo-soprintendente Massimo Osanna, ha avviato «interventi di "somma urgenza" nelle aree interessate dai crolli». C'è lo sblocco di 2 milioni dai fondi ordinari della soprintendenza per le attività di manutenzione ordinaria e il completamento delle procedure di nomina a soprintendente di Osanna, candidato "esterno" preferito a tre dipendenti del Mibact.
Il primo disco verde della Corte dei Conti c'è, ma toccherà capire cosa la magistratura contabile dirà sui ricorsi dei sindacati. Sul fronte Grande progetto, il bando da 8,2 milioni per il Piano della conoscenza è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale Europea per la pubblicazione, così com'è stato accelerato l'esame delle proposte pervenute per la gara da 500mila euro per il sistema informativo geografico del sito. Predisposto l'inizio dei lavori di consolidamento idrogeologico delle Regiones III e IX, nei pressi della Schola Armatorum crollata nel 2010.
Autorizzate le procedure di individuazione delle 20 unità di personale della pa destinate a comporre la squadra del direttore generale (sul tema c'è stato un passaggio telefonico tra il ministro e il governatore campano Stefano Caldoro) e delle 10 unità per la task force Grande Pompei che si occuperà del recupero dell'area Unesco. In arrivo nei prossimi giorni una convenzione tra Mibact e Finmeccanica per l'utilizzo di tecnologie sperimentali di rilevamento satellitare atte a prevenire il rischio idrogeologico anche attraverso smart app per coinvolgere i visitatori nella segnalazione di situazioni critiche all'interno dell'area archeologica. Se ne occuperanno Selex Es e Telespazio, a titolo di erogazione liberale.
Risorse aggiuntive per Pompei non ce ne sono, ma il dg Nistri sulla base delle Linee guida del Grande progetto licenziate dal ministero il 19 febbraio dall'ex ministro Massimo Bray ha poteri di gran lunga superiori a quelli che, prima di lui, ebbero city manager e commissari di protezione civile. Dalla propria sede di Roma comanda il personale, può stringere accordi di partnership con i privati e persino bypassare il soprintendente qualora ostacolasse le sue decisioni. Perché a Pompei il vero problema non è mai stato l'entità delle risorse disponibili, quanto il modo in cui sono state spese.