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Pompei, otto mesi di passione

17 luglio 2014

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Impresa & Territori Made In«Pompei, impossibile spendere tutto»

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«Pompei, impossibile spendere tutto»

Da Bruxelles arrivano apprezzamenti per il pacchetto d'interventi varato dal Mibact e un invito a "fare di più". Qui in Italia botta e risposta tra Palazzo Chigi e viale dell'Astronomia sulla necessità di coinvolgere i privati. Al centro del dibattito c'è sempre Pompei, il sito archeologico meglio conosciuto e peggio conservato del mondo, teatro lo scorso fine settimana di altri tre crolli che hanno portato a quota 29 il novero dei cedimenti strutturali verificatisi negli ultimi cinque anni.

Ad alzare il tiro ci ha pensato il premier Matteo Renzi che da Siracusa ha provocatoriamente fatto appello al mondo produttivo: «L'Italia è il paese della cultura e allora sfido gli imprenditori: che state aspettando? Non è accettabile – ha argomentato – che si faccia finta di niente di fronte ai muri di Pompei che crollano, pur avendo fondi pubblici pronti a essere spesi e pur sapendo di interessi di privati per la sponsorizzazione o la gestione». Quindi un messaggio idealmente rivolto alla "burokratia" dei ministeri: basta con il «rifiuto ideologico sull'intervento dei privati come se la tutela del bene la garantisse solo l'intervento pubblico: se il privato tiene in piedi il muro perché non permetterglielo?».
Alla provocazione di Renzi, poco più tardi, ha risposto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Sicuramente si possono trovare volontà imprenditoriali per mettere in sicurezza lo straordinario patrimonio del Paese. Tanti imprenditori – ha sottolineato Squinzi – hanno fatto il loro dovere, penso a quanto fatto da Diego Della Valle per il Colosseo». E infatti gli aspiranti sponsor a Pompei non sono mai mancati: dalle cordate cinesi di qualche anno fa al più recente interessamento degli sceicchi del Kuwait. Non se n'è però mai fatto niente, anche a causa della legislazione vigente che impone ai potenziali mecenati di passare attraverso gare. Tocca vedere cosa accadrà adesso con il dg Giovanni Nistri che conta, tra i propri poteri, anche la facoltà di accordarsi con sponsor.

Nel frattempo la commissaria europea alla Cultura Androulla Vassiliou sollecita un maggiore coordinamento tra le istituzioni italiane: «La Commissione europea riconosce che la conservazione di Pompei non è soltanto di responsabilità dell'Italia. Operiamo a stretto contatto con le autorità italiane e dal 2007 abbiamo erogato per Pompei 74 milioni di finanziamenti a valere sul Fondo regionale dell'Ue (prima di allora la quota di co-finanziamento del Grande progetto era di 42 milioni, ndr) ma le autorità locali, regionali e nazionali devono fare di più e devono meglio coordinarsi per assicurare che il denaro erogato sia usato in modo efficace e che Pompei sia conservata per le generazioni future».
Sempre da Bruxelles è intervenuto il commissario alle politche regionali Johannes Hahn: «Accolgo con grande favore le misure molto concrete annunciate dal ministro della Cultura. Il nostro impegno resta fermo e siamo pronti a considerare nuovi finanziamenti dai fondi per la programmazione 2014-2020».

Quanto alla spesa dei 105 milioni del Grande progetto «faremo un punto della situazione e lo renderemo pubblico prima della pausa estiva». Parole che, secondo il ministro Dario Franceschini, «fanno capire che il cammino intrapreso è quello giusto. Ora bisogna andare avanti con determinazione, ne va della credibilità del Paese».
Ieri è stato anche il giorno dell'insediamento del nuovo soprintendente Massimo Osanna che ha esordito con una prova di assoluto realismo: «Credo che spendere tutti i fondi del Grande progetto entro il prossimo anno sia difficile. Finora sono stati spesi circa 40 milioni: serve una proroga». Nell'ottica di potenziare la manutenzione ordinaria, in soprintendenza si è fatto riferimento alla necessità di addetti di "fascia intermedia": muratori, carpentieri, falegnami che negli anni sono andati in pensione e non più sostituti. «Ne servirebbero una ottantina – ha spiegato Luigi Malnati, direttore generale per le Antichità –, in grado di effettuare interventi puntualmente. Il loro lavoro non può essere affidato all'esterno. È necessario pertanto pensare a nuove assunzioni».
Come metterla con il blocco del turnover nella pubblica amministrazione? Una scappatoia potrebbe essere rappresentata da Ales, società in house del Mibact con cui la soprintendenza pompeiana sta già lavorando a una convenzione per le funzioni amministrative e di vigilanza. Chissà che non arrivi pure qualche operaio.

@MrPriscus

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