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Pompei, otto mesi di passione

17 luglio 2014

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Impresa & Territori Made InNon solo Pompei: dossier del Mibact per inserire Stabia e Boscoreale nell'area Unesco

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Non solo Pompei: dossier del Mibact
per inserire Stabia e Boscoreale
nell'area Unesco

Il ministero dei Beni culturali si è formalmente mosso per includere anche Stabia e Boscoreale nell'area sottoposta a tutela Unesco di Pompei, Ercolano e Oplonti. E parallelamente lavora per l'allargamento della «buffer zone» dei siti vesuviani dal comune di Portici a quello di Castellammare di Stabia.Dopo il cambio di passo che il nuovo ministro Dario Franceschini ha preteso sul tema, anche i funzionari del Mibact titolari dei rapporti con l'organizzazione delle Nazioni Unite si sono concentrati sulle sorti dell'area archeologica meglio conosciuta e peggio conservata del mondo. Attraverso due diversi dossier che adesso sono al vaglio di Parigi.

Il primo è probabilmente il più ambizioso: si punta a una vera e propria ridefinizione dell'area patrimonio dell'umanità ai piedi del Vesuvio, con l'inclusione dei siti minori di Stabia e Boscoreale, comunque rientranti nella giurisdizione della soprintendenza retta da Massimo Osanna. È un po' un rilanciare la posta, dopo che Pompei, alla fine del 2013, rischiò l'inserimento nella lista dei siti Unesco «in danger» e se la cavò con la presentazione in extremis del piano di gestione integrato a seguito dei crolli. Non è comunque ancora chiaro come la richiesta potrà essere accolta: considerando precedenti analoghi, per andare in goal forse occorrerebbe riformulare la candidatura complessiva dell'area archeologica vesuviana, piuttosto che proporre molto più semplicemente la ridefinizione dei suoi confini come ha fatto il Mibact.

Il secondo dossier va nel senso di ampliare la «zona cuscinetto» (buffer zone, appunto) che sta intorno ai siti estendendola a Portici e Castellammare, così da incrementarne il livello di tutela. Di questi temi si è ragionato in questi giorni presso il Mav di Ercolano, dove fino a oggi ha avuto luogo il seminario «Gestione integrata dei beni culturali e naturali del Patrimonio dell'Umanità» organizzato in collaborazione da Iccrom, Unesco World Heritage Centre, Iucn e il centro Herculaneum con il contributo dello Swiss Federal Department of Foreign Affairs. I partecipanti, provenienti da 31 Paesi diversi, hanno messo in luce la necessità di introdurre cambiamenti che favoriscano connessioni, coordinamento e sinergia a ogni livello: dal quadro legislativo al policy making, dal livello istituzionale, alla gestione, dal project management al coinvolgimento della comunità locale. Alla luce degli argomenti toccati, non sarebbe male se il Mibact includesse anche il parco del Vesuvio nella ridefinizione dell'area Patrimonio dell'Umanità. Si tratterebbe del primo «World Heritage mixed site» per l'Italia. Un bel risultato per tutti.

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