Impresa & Territori IndustriaLa parola chiave: efficienza
La parola chiave: efficienza
di Laura La Posta | 6 maggio 2014
L'Italia della green economy ha fatto i compiti a casa e ora è pronta all'auspicato taglio delle bollette elettriche per le piccole e medie imprese (promesso anche dal Governo Renzi).
Dopo normative all'avanguardia e incentivi generosi (seppure a volte discutibili) su energia pulita, efficienza energetica e mobilità ecologica e forte di brevetti leader mondiali (come quelli della bioplastica di Novamont e dei biocarburanti di Mossi&Ghisolfi) e dei record sul fotovoltaico e sulle smart grid (le reti elettriche "intelligenti"), il nostro Paese ha più di un primato sulla sostenibilità.
Certo, c'è il buco nero della gestione dei rifiuti (a parte alcune buone performance sul riciclo) e c'è il gap sulla mobilità sostenibile rispetto agli obiettivi Ue del pacchetto clima-ambiente, ma c'è molto lavorìo in corso, da parte pubblica e privata, anche su questi fronti. Prova ne siano gli sconti per le auto ecologiche (elettriche, a metano, Gpl, biocombustibili o comunque a basse emissioni complessive) attivabili da oggi.
Ora, la parola chiave è efficienza: non solo più efficienza energetica (approfittando delle detrazioni fiscali del 65% e del 50%), ma anche più efficacia nell'impiego dei fondi europei e nell'allocazione degli incentivi statali alle rinnovabili (a tal proposito, in vista c'è un nuovo provvedimento spalma-incentivi che dovrebbe permettere di finanziare il taglio del costo dell'energia del 10% per le Pmi, promesso dal premier Matteo Renzi). È questo il senso di un paper della società di consulenza McKinsey & Company per Il Sole 24 Ore.
«I tempi sono maturi per una nuova strategia energetica, che liberi risorse a favore di investimenti all'insegna della sostenibilità di lungo periodo - dice Alberto Marchi, partner McKinsey esperto di energia -. L'Italia dovrebbe investire sullo sviluppo delle reti elettriche, riducendo i colli di bottiglia attuali. Poi dovrebbe continuare a sostenere le rinnovabili, ma in modo più integrato con l'efficienza energetica e contemperando sostenibilità ambientale con sostenibilità economica, anche alla luce del peso degli oneri in bolletta. È indispensabile ragionare in un'ottica di sistema, anche in vista delle importanti decisioni europee da prendere nel semestre di presidenza italiano, che comincerà il primo luglio», ricorda Marchi.
L'Italia può andare a testa alta anche al G7 dell'energia in corso a Roma (padrona di casa, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi), tra forti preoccupazioni per i risvolti della crisi ucraina. «Il nostro Paese è ben posizionato sulla qualità ambientale del sistema energetico - spiega Marchi -: parte da buone basi di efficienza (-19% di intensità energetica primaria rispetto alla media Ue) e può vantare in questo ambito un comparto industriale leader in diversi segmenti (elettrodomestici, illuminotecnica, caldaie, motori, inverter e smart grid, oltre ovviamente a edilizia e automotive) e strumenti dedicati (ad esempio il meccanismo dei certificati bianchi). I target europei al 2020 per le rinnovabili sono già superati nel settore elettrico (con il 34% della domanda soddisfatta da fonti pulite nel 2013) ma non nel termico (al 12% i consumi green, ma le detrazioni e il Conto termico possono aiutare a colmare il divario) e nella mobilità (al 6% il peso dei carburanti da rinnovabili). I prezzi dell'energia continuano tuttavia a rimanere elevati».
Il nodo è questo: la bolletta fino al 30% più alta rispetto ai competitor europei, per le nostre Pmi. Eppure, con un ipotetico inasprimento della normativa europea sulle emissioni inquinanti (non auspicabile da parte dell'industria) e con un altrettanto ipotetico ritorno a un prezzo della CO2 intorno ai 20-25 euro a tonnellata (dagli attuali 5), l'Italia della sovracapacità produttiva (con le centrali termoelettriche più nuove e sostenibili d'Europa spesso "in stand-by" per il crollo dei consumi interni e il boom delle rinnovabili con priorità di dispacciamento) potrebbe accarezzare un sogno ora impossibile: esportare la sua energia nella Francia e nella Germania del nucleare e del carbone.