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Il valore degli scarti: non chiamateli rifiuti

Tecnologia 3D. Realizzata con il 70% di cartone riciclato dall'azienda marchigiana Kubudesign di Nazzareno Marconi. La tecnologia 3D consente di ottimizzare le proprietà del cartone ottenendo forme curve. Componibile con più moduli, è disponibile in due versioni: 70x70 cm e 45x45 cm. Certificate "Remade in Italy"Tecnologia 3D. Realizzata con il 70% di cartone riciclato dall'azienda marchigiana Kubudesign di Nazzareno Marconi. La tecnologia 3D consente di ottimizzare le proprietà del cartone ottenendo forme curve. Componibile con più moduli, è disponibile in due versioni: 70x70 cm e 45x45 cm. Certificate "Remade in Italy"

Una matita "Perpetua". Ha un nome-manifesto uno dei fiori all'occhiello del design italiano con materiali riciclati: il primo strumento di scrittura in Zantech, nuovo materiale composto per l'80% da grafite riciclata, proveniente dallo sfrido della produzione industriale di elettrodi per gli stampi.

Dopo un anno e mezzo di ideazione e due brevetti, ha vinto l'Oscar Green alla Triennale di Milano come migliore invenzione del 2013 ed è diventata il gadget Expo 2015 di Banca Intesa. Matita atossica, resistente agli urti, capace di scrivere anche se spezzata in due e persino nello spazio, Perpetua è esempio di eccellenza della creatività italiana che parte dal riciclo. «Gli italiani si difendono bene, con proposte competitive, soprattutto nel ri-utilizzo di carta e cartone», commenta l'architetto Marco Capellini, titolare di Matrec, prima EcoMaterials Library interamente dedicata ai materiali ambientalmente sostenibili, con accessi da oltre 130 Paesi a livello mondiale, oltre mille utenti e 9mila - tra imprese, architetti e progettisti - iscritti al suo sistema informativo (aggiornamenti e schede tecniche su oltre 1.500 materiali naturali e riciclati realizzati in tutto il mondo). «Le aziende ci chiedono come riutilizzare i loro rifiuti, i designer – dice il fondatore del Matrec – quali i nuovi materiali con cui sviluppare prodotti».

Kubedesign, giovane azienda marchigiana dalla dinamica internazionale, ha deciso di puntare sugli arredi in cartone. «Abbiamo sviluppato una tecnologia 3D - dice il titolare, Nazzareno Marconi - che sfrutta le possibilità di curvare il cartone». Risultato estetico per i mobili biodegradabili a costi eco-democratici, leggeri, anti-urto e, accoppiati a altri materiali come il legno, idrolepellenti e capaci di durare una vita. L'azienda di Osimo, guidata dal 30enne Nazzareno con suo fratello Federico (27), ha vinto il Good design Award 2011 del Chicago Museum per la prima sedia di cartone pieghevole. E ha realizzato per l'Istituto Benincasa di Ancona la quarta aula ipertecnologica italiana che, in più, è anche ecologica. Riutilizzo per gioco, che stimola la creatività. Andrea Epifani, designer leccese, crea mobili a metà strada tra design e scultura partendo dalla carta di giornale e da vecchi stampi industriali. Nasce così "No Smoking", collezione di oggetti in carta riciclata con un processo produttivo a basso impatto ambientale. «La carta non ha forma; io cerco - spiega - di tirarne fuori l'anima». Oltre alla carta, al cartone, alla plastica e alla gomma degli pneumatici che, grazie a tecnologie all'avanguardia, stanno compiendo passi avanti nel riutilizzo, i designer stanno lavorando con i materiali più svariati.

Lo spagnolo Raúl Laurí ha creato una linea di lampadari con i fondi del caffè; gli israeliani di Terra complementi di arredo in terra compressa e rifiuti agricoli; Spyros Kizis (Regno Unito) una serie di sedute innovative con parti di cardo non utilizzate nel processo di produzione di bio-combustibile; i brasiliani di Nova Kearu hanno recuperato dagli scarti alimentari la pelle del pesce pirarucu da utilizzare in pelletteria e nei rivestimenti di interni. «L'Italia non sta certo a guardare», sottolinea l'architetto Capellini. C'è la vicentina Livingcap che fa un profumatore ecologico rigenerando materiale rimasto dai processi di lavorazione del sughero. E spicca il lavoro di ricerca della cartiera Favini, che ha brevettato il processo di produzione di Shiro Alga Carta, una carta ecologica prodotta con alghe che danneggiavano l'ecosistema della laguna di Venezia, difficili da smaltire. Inoltre, nel corso degli anni, Favini ha proposto carte ecologiche con residui della lavorazione della frutta (limone, arancia, mais, mela, oliva eccetera), del cotone e della canna da zucchero (bagassa). Oggetti non soltanto buoni nei confronti dell'ambiente, anche funzionali e belli da vedere.

È la scommessa di Alisea, l'azienda-mamma di Perpetua. «Dalla fine degli anni 90 ideiamo e realizziamo - dice la fondatrice, Susanna Martucci - gadget aziendali con i materiali di scarto dell'azienda stessa. Così, per un cliente automotive tedesco, è nata la prima penna che prima era un catarifrangente; 500mila bicchieri in polipropilene smaltiti da due mense della Banca Popolare di Milano sono stati "trasformati" in salvadanai e cartelline per i dipendenti; dalle bucce dei pomodori è nata una linea di candele, vasi e svuota-tasche». Un circolo virtuoso per le aziende, che riducono il costo dello smaltimento dei rifiuti e annullano quello delle materie prime dei loro gadget; ma anche per il tessuto produttivo italiano coinvolto nei progetti. «Abbattiamo i costi avvalendoci di stampi industriali sotto-utilizzati e coinvolgendo artigiani e industrie rigorosamente italiane», sottolinea Martucci. E annuncia la nuova sinergia per il progetto Mr Green: il lancio, da giugno, di 5.900 prodotti Buffetti (quaderni, cartelle, portablocchi) rivestiti con lo sfrido del confezionamento delle tende da sole Gibus. Non chiamateli rifiuti.

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