Impresa & Territori Made InObiettivo 2015 per la ripartenza
Obiettivo 2015 per la ripartenza
di Emanuele Scarci | 10 giugno 2014
Fiere nel tunnel della crisi nonostante piccoli segnali di ripresa. Molti operatori sono però convinti che la svolta arriverà con Expo 2015.
Oggi bisogna accontentarsi della buona tenuta delle fiere che "giocano in Champions league": infatti a cavallo tra il 2013 e il 2014 le fiere eccellenti (da I Saloni a Cosmoprof, da Vinitaly a Cibus) hanno confermato la loro capacità di resistere alla crisi, ma per altre manifestazioni e quartieri sono continuate le sofferenze. Hanno guadagnato metri quadrati, stando alle dichiarazioni degli organizzatori, la veronese Vinitaly e la milanese Host (ospitalità professionale) mentre hanno sostanzialmente tenuto le posizioni la bolognese Cosmoprof, la fiorentina Pitti uomo-bimbo e la milanese Micam. Nel complesso però, secondo le elaborazioni di Edifis Intelligence, le principali 12 manifestazioni italiane hanno perso nel 2013 circa il 4% degli spazi rispetto al 2011, ma è lievemente cresciuto il numero degli espositori.
Per Ettore Riello, presidente di Aefi, l'Associazione esposizioni e fiere italiane, «nonostante la crisi le imprese italiane continuano a nutrire fiducia nello strumento fiera, anche se devono essere necessariamente più selettive nella scelta degli eventi». E poi Riello cita i dati dell'Osservatorio congiunturale Aefi, che raccoglie le indicazioni di 25 poli fieristici italiani associati: il saldo tra chi dichiara un aumento e chi una flessione nel primo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo 2013 è positivo con riguardo a numero di espositori (12%), superficie occupata (4%), numero di visitatori (28%).
«L'uscita dalla crisi è graduale e lenta - conferma Giuliana Ferrofino, presidente di Comitato fiere industria, l'agenzia di Confindustria – anche se alcuni segnali recenti fanno ben sperare. Il 2013 ha costituito il punto di svolta: in particolare le fiere degli associati Cfi hanno fatto registrare un incremento di circa 2.700 espositori e del 5,1% dei visitatori esteri: ora il grado d'internazionalità si è attestato al 30,9% per gli espositori e al 31,5% per i visitatori professionali».
E il calo dei metri quadrati nel sistema fiere? «È dovuto - risponde Ferrofino - non solo alla crisi che ha colpito le aziende, ma anche a due specifici fattori: l'esigenza crescente di partecipare a più manifestazioni sui mercati emergenti e l'evoluzione delle tecnologie di comunicazione».
Per Enrico Pazzali, ad di Fiera Milano, «questo fenomeno della riduzione del budget promozionale lo osserviamo da tempo, anche se le Pmi non rinunciano alla partecipazione. Speriamo in un'inversione di tendenza». Quanto alla svolta del sistema fieristico «arriverà nel 2015 – osserva Pazzali – Ed Expo sarà uno dei driver oltre che un'occasione per rafforzare la nostra reputazione internazionale. Dobbiamo recuperare quell'attrattività persa da 20 anni e non solo dall'inizio della recessione».
Come? «I quartieri maggiori - osserva Paolo Lombardi, del comitato esecutivo di Fondazione Fiera Milano - hanno capito per tempo che rischiavano l'emarginazione: hanno quindi ammodernato spazi e servizi, lanciato nuovi marchi, aumentato l'organizzazione diretta degli eventi secondo una logica di specializzazione di filiera e hanno scelto partner esteri qualificati per presidiare i nuovi mercati». Lombardi però non nasconde che negli ultimi anni «è aumentato anche il numero dei quartieri che hanno ridotto ai minimi termini l'attività fieristica, aperto spazi espositivi ad altri usi oppure hanno dismesso spazi e padiglioni».
Riello (che è anche presidente di Veronafiere) non trascura il processo d'internazionalizzazione. «L'internazionalizzazione è una priorità per gli operatori – osserva – e per supportarli Aefi ha sottoscritto un accordo con Ice in base al quale gli associati possono beneficiare di servizi agevolati da parte dell'Agenzia Ice per l'organizzazione delle loro iniziative all'estero nonché conferire a Ice incarichi di rappresentanza su uno o più mercati esteri».
Un esempio concreto della partnership con Ice è "Road to Expo 2015", progetto che mira a promuovere l'eccellenza italiana nel contesto di Expo 2015 e che supporta il sistema fieristico nella promozione dell'agroalimentare italiano: sino a tutto il 2014 verrà realizzato un programma di attività, in Italia e all'estero, che condurrà l'alimentare tricolore nelle principali manifestazioni fieristiche mondiali, con un'unica immagine e un solo format per essere immediatamente riconoscibile. Coinvolte 20 manifestazioni che fanno capo alle fiere di Rimini, Verona, Pordenone, Firenze, Erba, Cagliari, Foggia, Parma, Bologna, Cesena e Longarone.
In particolare da fine giugno il progetto "Road to Expo 2015" punterà all'estero dove, a partire dalla manifestazione Fancy Food di New York, toccherà alcuni mercati-obiettivo come Germania, Francia, Giappone, Russia, Cina, Emirati Arabi e Nord Africa.
Infine, nel confronto internazionale tra quartieri fieristici, nel 2013 i tedeschi si sono confermati i più temibili concorrenti, anche perché operano all'estero da molti anni. Il gruppo Fiera Francoforte ha arrotondato i ricavi avvicinandosi alla boa dei 550 milioni e con un Mol record di quasi il 20% dei ricavi; la svizzera Mch dovrebbe aver scavalcato Dusseldorf (323 milioni) con 387 milioni di ricavi e 66 milioni di Mol. Seguono ancora le tedesche Muenchen (308 milioni) e Colonia (271 milioni). La prima delle italiane è Fiera Milano con 258 milioni di ricavi e 3,3 milioni di Mol.