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Rolex rafforza il legame con l'architettura

Se un leone potesse parlare, scriveva il filosofo tedesco Ludwig Wittgenstein, noi non lo capiremmo. Se gli edifici potessero parlare, ama invece dire Wim Wenders con maggiore ottimismo sulle possibilità di comunicazione tra mondi apparentemente lontani, «alcuni di loro risuonerebbero come Shakespeare. Altri parlerebbero come il Financial Times, altri ancora pregherebbero Dio o Allah. Altri bisbiglierebbero appena, altri canterebbero a voce alta le loro lodi».

Il messaggio del regista tedesco è chiaro: gli edifici ci parlano, la loro voce supera il tempo, forse in qualche moda lo misura. Come fa un orologio. È per questa affinità elettiva con l'architettura che Rolex ha deciso di diventare partner esclusivo e orologio ufficiale della Biennale di quest'anno, che si è aperta il 7 giugno a Venezia e resterà visitabile fino al 23 novembre. Un impegno che si estenderà alle due edizioni successive, del 2016 e 2018 e forse oltre, ma che per Rolex non è certo il primo segnale di attenzione verso l'architettura.

«Sono affascinato dal titolo, "Fundamentals", scelto dal curatore Rem Koolhaas per questa 14esima Biennale – ha detto Gian Riccardo Marini, direttore generale di Rolex, accogliendo gli ospiti in occasione del galà di apertura della manifestazione veneziana –. Credo sia giusto ripartire, o almeno sottolineare, quanto siano importanti le basi sulle quali si costruisce un edificio, i fondamentali, appunto, come dice Koolhaas. Essi sono, come si vede nel padiglione che tutti dovrebbero visitare prima di passare a quelli nazionali, le finestre, i pavimenti, le porte, i corridoi... Abbiamo scelto di sostenere la Biennale per rendere omaggio a una forma d'arte che, proprio come l'orologeria, richiede un equilibrio di perfezione tecnica, funzionalità e bellezza».

Rolex è un caso unico nel panorama dell'orologeria e del lusso più in generale: l'azienda, nata nel 1905, è controllata dalla fondazione Wilsdorf (dal nome del fondatore Hans) e non ha, di fatto, fini di lucro: una volta distribuiti compensi e retribuzioni, tutti gli utili vengono reinvestiti in ricerca o in sponsorizzazioni di lungo periodo e ambiziosi progetti di sostegno alle arti e alla cultura in generale.
Rolex non rilascia dati ufficiali, ma secondo l'ultimo rapporto Vontobel – pubblicato il 6 maggio – il fatturato 2013 ha raggiunto i 4,6 miliardi di franchi (circa 3,78 miliardi di euro), in crescita del 2% rispetto ai 4,5 miliardi del 2012. Il 100% delle vendite sono riconducibili agli orologi: il gruppo possiede anche il marchio Tudor (si veda l'articolo in pagina), che vale, secondo gli analisti di Vontobel, circa il 10% del fatturato complessivo. I dipendenti sono oltre 10mila e il retail ha un ruolo importante: sono circa 200 i negozi monomarca Rolex sparsi per il mondo e si calcola che nel 2013, attraverso questo canale e quello wholesale, siano stati venduti 819mila orologi Rolex. Entro il 2014 ci sarà un cambio al vertice, che segnerà un passaggio generazionale: Gian Riccardo Marini, 67 anni, lascerà la guida a Jean–Frédéric Dufour, 45 anni, ex ceo di Zenith.

Tornando all'architettura, tra gli esempi più importanti dell'impegno di Rolex c'è il Learning Center di Losanna, progettato da Kazuyo Sejima, titolare, con Ryue Nishizawa, dello studio giapponese Sanaa, che nel 2010 ha ricevuto il Pritzker Prize, il Nobel dell'architettura. Nello stesso anno i due architetti avevano completato il Learning Center, poi immortalato da un documentario in 3D girato da Wim Wenders. Kazuyo Sejima – che nei primi giorni della Biennale girava tra i padiglioni, come una studentessa curiosa ed entusiasta – è stata anche protagonista, nel 2012, dell'iniziata "Maestro e allievo" di Rolex, un progetto di filantropia in cui personaggi affermati e noti in tutto il mondo delle arti figurative, della musica, dellla danza, della letteratura, del cinema e del teatro affiancano per oltre un anno un giovane per cercare di trasmettere il loro sapere e la loro esperienza. Tra le sponsorizzazioni, va ricordato l'accordo siglato alla fine del 2012 con il circuito della Formula Uno, che ha allargato gli orizzonti sportivi di Rolex, fino a due anni fa legata soprattutto al mondo del golf, del tennis, dell'equitazione e della vela. E in molti sperano ancora che il gruppo svizzero si avvicini alla Coppa America, che dalla prossima edizione sarà "orfana" di Louis Vuitton, che ha deciso di non sponsorizzare più le regate di avvicinamento alla sfida finale del trofeo velico.

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