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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 11:38.

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(Corbis)(Corbis)

La crisi continua a mordere il freno e gli italiani rinunciano a tante cose, ma non alla buona cucina. Soprattutto quando vanno in vacanza, visto che quest'anno – secondo un'indagine Coldiretti/Ixe' presentata oggi all'Assemblea dell'organizzazione agricola – i 24 milioni di «fortunati» che potranno permettersi qualche giorno di svago spenderanno la cifra record di 4,9 miliardi per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, oltre che per acquistare prodotti alimentari ed enogastronomici.

Il vacanziere privilegia qualche stella in meno per l'alloggio
Una spesa considerevole, osserva la Coldiretti, che per la prima volta supera addirittura quella tradizionalmente sostenuta per l'alloggio. Dall'inizio della crisi, nel 2007, il budget destinato nel complesso all'alimentazione durante le vacanze è infatti aumentato del 30%, raggiungendo ormai quasi un terzo del totale (il 31,1%, per la precisione), mentre quello per gli alberghi è diminuito del 22 per cento. Con il vacanziere sempre più propenso a privilegiare strutture con qualche stella in meno, o forme alternative come il bed and breakfast, l'agriturismo e gli appartamenti, anche per il minor costo degli affitti.
D'altra parte, sottolinea il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, «l'Italia è l'unico Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare, che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica».

Oltre 4.800 bandierine del gusto
Non solo. L'Italia detiene ormai la cifra record di 4.813 specialità alimentari tradizionali, 115 in più rispetto all'anno scorso. Un patrimonio enogastronomico di prodotti che si tramandano in base a regole della tradizione da almeno 25 anni, di cui la Coldiretti ha presentato oggi l'elenco aggiornato. In questa speciale classifica, forte di oltre 4.800 «bandiere del gusto», Toscana, Campania e Lazio sono le regioni più rappresentate, rispettivamente con 463, 429 e 386 prodotti tipici. Appena sotto il podio, seguono Veneto con 371 specialità alimentari, l'Emilia Romagna con 356, il Piemonte con 341 e la Liguria con 295. A ruota Calabria con 269, Lombardia (246), Sicilia (235), Puglia (233), fino alla Valle d'Aosta con 32 prodotti. A prevalere tra le specialità regionali, puntualizza il report Coldiretti, sono 1.468 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.334 verdure, fresche e lavorate, 781 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati, 487 formaggi. Tra le novità presentate in questa edizione 2014, in Campania, la ricotta di fuscella di Sant'Anastasia, tipico prodotto dell'area vesuviana, nel Napoletano, e il fagiolo di cera, dal seme colore avorio e buccia sottilissima, coltivato nel Casertano. In Basilicata spuntano i «viscuttini di Lauria», una specie di tarallo ricoperto da glassa di zucchero tradizionalmente offerto agli ospiti nei matrimoni. E, nelle Marche, le «paccucce di Colmurano» del Maceratese, spicchi di mela, preferibilmente rosa, essiccati al sole o al forno e conservati per l'inverno immersi nella sapa.

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