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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 06:37.
ISOLA DEL GIGLIO (GR)
A due anni e mezzo esatti dal naufragio (13 gennaio 2012, 32 morti), la Costa Concordia è tornata a galleggiare nelle acque di fronte al porto del Giglio e si è mossa di 30 metri verso est, trainata da due rimorchiatori. L'operazione di rigalleggiamento cominciata ieri, a opera del consorzio italo-americano Titan-Micoperi, lo stesso che nel settembre scorso realizzò il raddrizzamento (parbuckling) della nave da crociera, segna uno step strategico nelle tecnologie dei recuperi marittimi.
«Non è mai successo al mondo che una nave appoggiata su piattaforme sia stata sollevata utilizzando cassoni (sponson), cavi e catene», spiegano gli ingegneri Franco Porcellacchia e Sergio Girotto, responsabili del recupero del relitto per conto, rispettivamente, della compagnia Costa Crociere (gruppo Carnival) e dell'azienda ravennate Micoperi. «Un risultato tutt'altro che scontato», chiosano.
L'operazione, avviata sotto gli occhi di tv e giornali di mezzo mondo (ma non dei turisti giornalieri rimasti bloccati sulla terraferma per lo stop ai traghetti decretato fino al pomeriggio per non intralciare i lavori), prevede 34 fasi e andrà avanti per i prossimi cinque-sei giorni: ieri la nave è stata sollevata di due metri – attraverso lo svuotamento dell'acqua dai cassoni di cui è circondata e l'immissione di aria – ma dovranno emergere altri 12-13 metri prima di cominciare l'ultimo viaggio al traino verso Genova (la parte che rimarrà sommersa sarà di circa 17 metri). A guidare l'intervento è stato il salvage master Nick Sloane, lo stesso che aveva condotto le operazioni di raddrizzamento, "appollaiato" questa volta col suo team nella crisis room in cima alla Concordia.
Tutto si è svolto secondo i programmi («esattamente come ce l'eravamo immaginato»), a parte un piccolo inconveniente tecnico – un cavo a poppa trattenuto da un martinetto idraulico (strand jack) – che ha rallentato lo spostamento di 30 metri «senza pregiudicare la bontà dell'operazione», ha spiegato il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Poi la nave è stata ancorata e messa in sicurezza. Oggi partirà l'abbassamento di cinque cassoni sul lato di dritta, che non sono ancora nella posizione ideale, seguìto dal passaggio delle catene. Nei prossimi giorni riemergeranno i ponti 6, 5, 4 e 3 della nave.
Un'operazione unica anche dal punto di vista dei costi: se fino al raddrizzamento della nave, rimasta adagiata su un fianco all'atto del naufragio, Costa Crociere aveva speso 600 milioni di euro, oggi quella cifra – ha spiegato l'ad Michael Thamm – è già salita a un miliardo di euro, ed è destinata a toccare 1,5 miliardi di euro con il trasporto a Genova, lo smaltimento, il ripristino delle condizioni marine del Giglio e il risarcimento del danno ambientale. «Ci sono poi danni collaterali per il gruppo Carnival difficili da quantificare», ha precisato Thamm.