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Investitori al test della selettività

L'unica certezza che regna sui mercati finanziari è che da ora in poi sarà più difficile investire per piccoli e grandi risparmiatori. Il motivo è semplice: i rendimenti dei bond sono compressi dopo una prolungata fase di tassi a zero; inoltre, molti listini azionari (Usa e Germania in primis) sono sui massimi storici e in questo contesto le probabilità di assumere scelte sbagliate aumentano. Senza escludere la passione numero uno degli italiani: il mattone. Come ha recentemente rilevato l'Istat, negli ultimi 4 anni i prezzi delle case sono arretrati del 10 per cento. Anche investire in immobili espone al rischio deprezzamento: un fenomeno, molto spiccato sul mercato Usa, e che pure gli italiani cominciano a vivere sulla propria pelle.

L'investimento azionario resta ovviamente quello più rischioso, adatto a chi ha una propensione medio-alta, ma muoversi oggi sull'obbligazionario richiede una grande attenzione e selettività. Il tassi ai minimi espongono a potenziali perdite in conto capitale in futuro. Il rendimento del BTp decennale si è portato sotto al 3%, livelli impensabili fino a due anni fa. Il Bund addirittura è scivolato all'1,2 per cento.
«Le soluzioni di investimento - spiega Lorenzo Alfieri, Country head per l'Italia di Jp Morgan AM - non sono moltissime e inevitabilmente bisogna guardare alle asset class con rendimenti più soddisfacenti. L'obbligazionario in molti casi non copre neanche l'inflazione e inevitabilmente serve un approccio flessibile ai bond acquistando corporate e qualche high yield. Lo scenario più probabile è quello di un disallineamento: la Fed andrà verso politiche monetarie restrittive, forse già nella prima parte del 2015. La Bce invece continuerà a essere più accomodante». Qualche rischio per i risparmiatori arriva dal decoupling. Se in Usa ripartono i tassi questo potrebbe anche impattare sugli obbligazionari europei. Servono quindi esperti e professionisti che garantiscano un approccio flessibile e ponderato alle scelte di investimento.

Uno dei principali fattore di rischio in questo momento arriva dall'inflazione: se iniziasse a salire in maniera rilevante i primi a essere colpiti sarebbero i bond; storicamente, l'inflazione non crea particolari problemi all'azionario.
Anche Gianmarco Zanetti, responsabile advisory center di Euromobiliare Sgr, mette in guardia dall'affrontare i mercati finanziari, soprattutto quelli obbligazionari, con troppa leggerezza. «La liquidità resterà abbondante - spiega - soprattutto in Europa. Per questo motivo sulla parte breve dei tassi non sono attesi grandi movimenti mentre su quella medio e lunga ci sarà un rialzo graduale dei rendimenti senza comunque eccessiva volatilità. Non sono attesi grandi scossoni sui BTp, mentre potenziali rischi possono arrivare dalle capacità di effetture le riforme strutturali da parte del nostro Paese».

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