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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2014 alle ore 12:27.
L'ultima modifica è del 29 luglio 2014 alle ore 12:44.

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(Corbis)(Corbis)

Da 12 anni, fatta eccezione nel 2004 quando diminuirono del 4,1%, i consumi domestici di prodotti biologici continuano a crescere. E nei primi cinque mesi di quest'anno confermano il trend positivo, facendo segnare un balzo in valore del 17,3% rispetto allo stesso periodo 2013. L'anteprima del Rapporto «Bio in cifre 2014» elaborato dal Sinab (Sistema d'informazione nazionale sull'agricoltura biologica) e da Ismea, diffuso oggi dal ministero delle Politiche agricole, conferma che nonostante la crisi economica e l'andamento fiacco dei consumi alimentari convenzionali (ieri i dati Ismea-Gfk Eurisko relativi al primo semestre hanno fatto segnare -1,4% in quantità e -1,1% in valore) la spesa per le produzioni «bio» non conosce sosta.

Uova e sostituti del pane preferiti tra i confezionati
Il panel sui consumi delle famiglie di prodotti biologici confezionati evidenzia che tra gennaio e maggio le uova sono risultate ancora il prodotto più acquistato, con un'incidenza del 9,5% sulla spesa complessiva e con un aumento degli acquisti in valore che nel periodo esaminato, rispetto allo stesso dell'anno scorso, è risultato pari al 5,2 per cento. Al secondo posto delle preferenze, i sostituti del pane che registrano un peso sul totale bio dell'8 per cento. E poi il latte alimentare, con un'incidenza del 7,3 per cento.

Tra le ragioni del successo la gamma offerta dalla Gdo
Il Rapporto sottolinea che questa crescita dipende da una serie di fattori: dall'aumento del numero di referenze e della profondità di gamma dei prodotti bio nella grande distribuzione; dall'introduzione in queste catene di nuove linee di prodotto che in passato non erano presenti; dall'ingresso di nuove «private label» biologiche anche nei discount. Fattori che già nel 2013 avevano contribuito a far aumentare del 9-10% i consumi di importanti categorie di prodotti, come l'ortofrutta, fresca e trasformata, e l'aggregato «pasta, riso e sostituti del pane».

Italia leader per numero operatori e superfici utilizzate
A monte di questo successo dei prodotti biologici c'è un tessuto operativo che vede l'Italia ai vertici europei per numero di operatori e superfici agricole investite. A tutto il 2013 gli addetti al settore sono risultati 52.383, con un aumento rispetto al 2012 del 5,4 per cento. E la superficie coltivata con il metodo «bio», con tecniche quindi più «green» e rispettose dell'ambiente, è stata pari a 1.317.177 ettari, in aumento del 12,8% sull'anno precedente. Tra i principali orientamenti produttivi seguiti, i pascoli, le colture foraggere, i cereali e l'olivicoltura. Per le produzioni animali, l'aumento più consistente nel 2013 è stato fatto segnare dagli equini (+38,7%), sia pure per numeri assoluti contenuti (13.400 capi), a fronte di un +13,6% dei bovini (231.641 capi), il +6,8% degli ovini (755.419) e caprini (+15,9%, con 92.330 animali).

Martina: riforma del biologico tra obiettivi semestre italiano
«Nel settore biologico siamo leader in Europa – ha commentato il ministro, Maurizio Martina - e il trend positivo di crescita del comparto sotto il profilo produttivo e dei consumi ne è la conferma. Parliamo di un settore che nel nostro Paese vale tre miliardi di euro e che riguarda oltre il 10% della superficie agricola nazionale. Durante il semestre di presidenza italiano nell'Ue lavoreremo sulla riforma della normativa europea sul biologico, sulla quale già nel primo Consiglio dei ministri dell'Agricoltura a Bruxelles si è aperto un positivo dibattito». «Il quadro del bio delineato dal Sinab - ha aggiunto il viceministro, Andrea Olivero, che ha la delega all'agricoltura biologica - è positivo e incoraggiante, soprattutto per quella parte di agricoltura "green"».

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