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L'inchiesta / Manifattura al bivio

23 luglio 2014

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Impresa & Territori IndustriaNel distretto dell'occhiale anche i piccoli crescono

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Nel distretto dell'occhiale anche i piccoli crescono

Risultati, accordi, commesse. Dal distretto dell'occhiale di Belluno – 287 aziende che generano l'80% del valore dell'export nazionale del settore – le novità si susseguono, a indicare un settore in buona salute che cresce, macina fatturati e supera la crisi. In casa Luxottica il primo semestre del 2014 si è chiuso positivamente nonostante il freno determinato dall'apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro. Tra gennaio e giugno i ricavi sono saliti dello 0,5% a 3,9 miliardi (+5,6% a parità di cambi) con un margine lordo di 848 milioni (+3,5% e pari al 21,7% delle vendite) e profitti per 393 milioni (+5,8%). Luxottica ha anche rinnovato per tre anni la licenza per produrre gli occhiali di Chanel, suo partner dal 1999.

Accordi freschi di firma anche per altri big del distretto: il brand di calzature Jimmy Choo ha scelto di debuttare nell'eyewear maschile grazie a un accordo con Carrera, marchio di Sàfilo: l'intesa riguarda il design, la produzione e la distribuzione di una capsule collection di occhiali da sole "Carrera by Jimmy Choo". Marcolin e Skechers (azienda leader del settore calzaturiero lifestyle e performance) hanno rinnovato l'accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione di montature da vista e occhiali da sole; l'accordo di licenza pluriennale, sottoscritto inizialmente attraverso una partnership con Viva International nel 2010, è stato esteso a Marcolin Group e prevede il rinnovo fino al 2019, con opzione per l'estensione fino a 2024.

In casa De Rigo Vision, la Spa (leader per design, produzione e distribuzione di montature da vista e occhiali da sole di alta gamma) migliora la situazione finanziaria nel 2013 passando da 4,3 a 13 milioni di fatturato; all'ultimo Sun-Day Meeting di Roma De Rigo ha presentato a oltre 300 clienti e buyer mondiali le collezioni Sun 2015 dei marchi propri (Police, Lozza, Sting) e quelli in licenza, tra cui il lusso di Lozza Sartoriale, progetto per la creazione di occhiali interamente su misura, personalizzati con materiali di pregio.

I segnali positivi per l'economia bellunese riguardano l'incremento a due cifre della produzione industriale dell'occhialeria e, nei primi tre mesi dell'anno, un export che segna un aumento di oltre dieci punti percentuali (+10,3%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Un exploit in confronto alle percentuali regionali e nazionali: in Veneto l'aumento si è fermato al 2,7%, in Italia all'1,5%. «L'ottima performance – spiega Renato Valmassoi, della giunta esecutiva di Confindustria Belluno Dolomiti con delega all'internazionalizzazione – dell'export bellunese nei primi tre mesi del 2014 segue quella già positiva dell'ultimo trimestre dello scorso anno, quando si era registrato un aumento del 7,3%. Mentre il settore meccanico mantiene sostanzialmente gli stessi livelli del 2013, l'occhialeria cresce del 12,7%. Queste percentuali, insieme a quelle relative all'incremento della produzione industriale, confermano una tendenza in atto da tempo: è l'export a "salvare" il manifatturiero, compensando l'apatia del mercato interno». Anche per questo il focus è sulle iniziative di sostegno a chi vuole andare sui mercati internazionali, fra cui un bando rivolto alle piccole e medie imprese per finanziare, al 50%, la presenza a fiere e missioni. E proprio le Pmi mostrano di avere la funzione di traino: la performance nel primo trimestre dell'anno registrata dall'occhialeria bellunese è stata talmente positiva da aver sorpreso gli stessi ricercatori del Centro studi di Unioncamere Veneto. Ma a ben guardare, quell'aumento (rispetto al 2013) della produzione di oltre il 12% per cento è in buona parte legato alle piccole e medie aziende, quelle con un numero di dipendenti compreso tra dieci e quarantanove unità (+20%). Anche nel confronto con il trimestre precedente si conferma la tendenza positiva, con un più 10%. E anche in questo caso sono le piccole e medie aziende a registrare i risultati migliori. «Di fronte a queste cifre – commenta Lorraine Berton, presidente di Sipao, la sezione industrie produttrici di articoli per l'occhialeria – siamo cauti, ma le percentuali assicurano un'iniezione di ottimismo. Finalmente anche le piccole e medie realtà produttive vedono un po' di luce. A conferma di come gli imprenditori veneti riescano a competere sui mercati internazionali, nonostante operino in un sistema-Paese tutt'altro che competitivo con una burocrazia opprimente che spesso si traduce in una tassazione occulta, una fiscalità asfissiante che toglie ossigeno alle nostre aziende, una giustizia che non garantisce tempi certi, infrastrutture inadeguate e una spesa pubblica fuori controllo».

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