Impresa & Territori Made InPompei, 81% dei lavori da avviare
Pompei, 81% dei lavori da avviare
di Francesco Nariello | 20 agosto 2014
È corsa contro il tempo per accelerare il Grande progetto Pompei, ed evitare così di perdere i finanziamenti concessi dalla Ue nel 2012 per i lavori di restauro (105 milioni di euro con le risorse nazionali).
Con il decreto Cultura, definitivo dal 31 luglio (articolo 2 Dl 31 maggio 2014, n. 83, convertito con la legge 29 luglio 2014, n. 106) arrivano appalti a trattativa privata fino a 1,5 milioni di euro di importo (rispetto al milione del Codice), tempi accelerati per firmare il contratto e avvviare i lavori, poteri speciali al direttore nei confronti del Responsabile unico di procedimento e nell'esclusione delle imprese senza requisiti.
Il progetto Pompei, cofinanziato dalla Ue nel marzo 2012 (nell'ambito del Fesr 2007-2013), procede infatti al rallentatore, con quasi i due terzi delle gare ancora da aggiudicare e il vincolo di spendere tutti i 105 milioni di euro previsti (di cui 85 di lavori) entro la fine del 2015.
Le gare aggiudicate ammontano a meno di 22,7 milioni, il 28% del valore complessivo degli interventi. Di questi, appena 770mila euro (meno dell'1% del totale) si riferiscono ai due cantieri fin qui conclusi (restauro architettonico e strutturale della Casa del Criptoportico e il restauro architettonico della Casa delle Pareti Rosse); mentre sono 15,7 (17,7% del valore) i milioni riferiti agli otto cantieri cantieri attivi, che concluderanno i lavori tra novembre 2014 e novembre 2015, e 6,8 milioni (8%) quelli relativi alle tre gare con aggiudicazione definitiva (due delle quali sono però bloccate per ricorsi al Tar, che si esprimerà il 22 ottobre).
All'elenco delle gare aggiudicate si potrebbero aggiungere a breve le tre procedure in corso per circa 10 milioni di euro.
La parte decisamente più corposa, tuttavia, è quella relativa alle gare non ancora partite: quasi i due terzi dei fondi (62%) per oltre 52 milioni di lavori. Secondo la struttura che gestisce il progetto ammontano a 40 milioni gli interventi per i quali l'uscita dei bandi è prossima (da settembre). Sono nove, infine, per oltre 12 milioni, i progetti ancora in lavorazione.
La legge di conversione del Dl 83/2014, tuttavia, tira il freno in modo deciso sulle ampie deroghe al Codice appalti che erano state previste dal governo nella versione originaria del decreto. Il Parlamento ha previsto, tra l'altro, lo stop alla ipotizzata gestione commissariale, un taglio della soglia per la trattativa privata negli appalti (alzata da 1 milione a 3,5 nella versione iniziale, poi riscesa a 1,5), e lo stop alle varianti in corso d'opera fino al 30%.
Il Mibact, in ogni caso, sostiene di aver condiviso tutte le correzioni con il Parlamento. «Al netto delle modifiche - è la convinzione del ministero -, il provvedimento introduce comunque misure, anche derogatorie, sufficienti a procedere in modo spedito alla realizzazione delle opere».
A partire dalla possibilità del direttore generale di progetto «di revocare in qualunque momento il responsabile unico del procedimento al fine di garantire l'accelerazione degli interventi e di superare» eventuali «difficoltà operative». Poi l'innalzamento della soglia per la procedura negoziata (trattativa privata): in questo caso - dicono dal Mibact - si è verificato che l'importo di 1,5 milioni è sufficiente a consentire la gara a inviti per gran parte dei lotti ancora da appaltare. In ogni caso, «lettere di invito, dettaglio delle offerte ed esito della gara» saranno rese pubbliche sui siti web.
Tra le novità c'è l'aumento della misura della garanzia a corredo dell'offerta, che sale dal 2 al 5 per cento, «al fine di evitare offerte presentate in modo proditorio».
Importanti le norme sull'esecuzione d'urgenza (lettera d), cioè la possibilità concessa per gli appalti di Pompei di utilizzare procedure accelerate per la firma del contratto (non serve aspettare i 35 giorni di legge dopo l'aggiudicazione) e poi per l'avvio dei lavori (possibili subito dopo la firma).
