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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 11:41.
L'ultima modifica è del 03 settembre 2014 alle ore 12:40.

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La disoccupazione in Italia si avvia a sfiorare il 13% quest'anno salendo al 12,9% nel quarto trimestre, in aumento dal 12,6% della fine del 2013. È quanto prevede l'Ocse nell'Employment Outlook diffuso oggi. Si tratta del quinto peggior dato tra i 34 Paesi Ocse, dietro al 27,1% previsto per la Grecia, il 25% della Spagna, il 15% del Portogallo e il 13,7% della Repubblica Slovacca e si confronta con la media Ocse del 7,4%. In base ai dati Istat diffusi a fine agosto, nel secondo trimestre la disoccupazione in Italia è stata del 12,3%. Nel 2015 l'Ocse si aspetta per l'Italia un calo dei senza lavoro al 12,2%, che resta comunque lontanissimo dal 6,3% dell'ultimo trimestre del 2007.

In Italia i giovani precari al 52,5%, raddoppiati da 2000
In Italia i giovani con un lavoro precario sono quasi raddoppiati in 14 anni. Come emerge dall'Employment Outlook, il tasso dei giovani tra i 15-24enni con un lavoro temporaneo nella Penisola è balzato dal 26,2% del 2000 al 52,5% del 2013, con un aumento di 10 punti rispetto al 42,3% del 2007. Sui 28 Paesi industrializzati della graduatoria l'Italia ha la nona maggiore incidenza di giovani precari a fronte di una media Ocse che si ferma al 25%. Altri big hanno tassi superiori, come la Francia (58,6%) e la Germania (52,9%), ma l'incremento rispetto al 2000 e all'ante-crisi è di pochi punti percentuali. Stefano Scarpetta, il responsabile del dipartimento Lavoro dell'Ocse, nell'editoriale dello studio sottolinea che «le occupazioni temporanee o atipiche non sono un passo automatico verso i contratti permanenti. In Europa, meno della metà dei precari ottiene un contratto permanente dopo tre anni e in molti Paesi hanno un'elevata probabilità di finire nell'inattività». Inoltre i lavoratori temporanei, oltre a una minore protezione contrattuale, solitamente ricevono meno formazione, il che complica ulteriormente la loro capacità di trovare una nuova occupazione.

Italia penultima per occupazione, in calo al 42% nel quarto trimestre
L'occupazione cala ancora in Italia. In base alle previsioni dell'Employment Outlook, il tasso di occupazione delle persone in età lavorativa nel quarto trimestre di quest'anno sarà del 42% in calo dal 42,3% di un anno prima e contro il 45,9% dell'ultimo trimestre del 2007, prima che iniziasse la crisi. Si tratta della percentuale più bassa tra i 34 Paesi Ocse, esclusa la Grecia (37,8% a fine 2014 dal 48,1% di fine 2008) ed è nettamente inferiore alla media Ocse, stimata al 54,4% a fine anno dal 54,2% del quarto trimestre 2013 e contro il 56% ante-crisi. Per il 2015 l'Ocse prevede un lieve aumento dell'occupazione in Italia al 42,1%, che sarà comunque ancora più lontano dalla media Ocse (54,7%).

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