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Depurazione e dissalazione terreni fertili per la ricerca

Le soluzioni per l'agricoltura di Tal-YaLe soluzioni per l'agricoltura di Tal-Ya

In Brasile oggi si usano meno di due metri cubi di acqua per ogni tonnellata di canna da zucchero lavorata, contro i sei metri cubi di pochi anni fa. Merito di una serie di progressi tecnologici nella produzione e nel riciclo. Risparmi di questo tipo sono la chiave di volta per avvicinarsi ai Millennium development goals fissati dall'Onu per il 2015, rispetto ai quali il Brasile è arrivato a buon punto. Ma ci sono ancora 750 milioni di persone, in giro per il mondo, che non hanno accesso a fonti di acqua pulita. Di queste, due su cinque vivono in Africa, una in Cina e un'altra in India. E si contano ancora a livello mondiale 1,6 milioni di morti all'anno, di cui metà bambini sotto i 5 anni, per infezioni legate al consumo di acque contaminate.

La ricerca dell'Indian institute of technology Madras punta a ottenere acqua pulita nel modo più semplice ed economico, per aiutare le comunità dove mancano le condizioni igieniche più elementari. Una soluzione basata sulle nanotecnologie, inventata dal team del dipartimento di Chimica del professor Thalappil Pradeep, potrebbe essere la risposta giusta al problema. «La nostra ricerca parte da una constatazione di fatto: senza acqua non si può vivere né creare benessere», spiega Pradeep. Il suo filtro è composto da alluminio associato a un biopolimero e a nanoparticelle di argento, che a contatto con l'acqua liberano delle debolissime cariche elettriche. Il risultato è un materiale che ingabbia elementi contaminanti come piombo e arsenico, mentre le nanoparticelle d'argento uccidono virus e batteri. Il filtro, ancora in fase di test, potrebbe produrre acqua pulita per una famiglia intera con un spesa irrisoria: appena 2 dollari all'anno.

I filtri per depurare l'acqua sporca o per dissalare quella di mare sono il campo più studiato dalla ricerca applicata e più ricco di innovazioni. Le scoperte recenti hanno ulteriormente abbassato il prezzo della dissalazione da 80 a 50 centesimi di dollaro per metro cubo. Ma la dissalazione dell'acqua di mare è ancora un processo estremamente energivoro e comporta un consumo di 4 kilowattora per ogni metro cubo di acqua filtrata.
Oasys Water, la società che ha vinto quest'anno il Global water awards a Parigi, è riuscita invece a ridurre del 90% il fabbisogno elettrico richiesto dai sistemi attuali, applicando un processo di osmosi diretta, chiamata Engineered osmosis, che elimina la necessità di alte pressioni utilizzate nei moderni sistemi ad osmosi inversa. «La soluzione ideale è un processo che utilizza in modo efficace il calore di scarto», spiegano Rob McGinnis e Menachem Elimelech, i due scienziati del l'università di Yale che hanno inventato questo nuovo sistema. La dissalazione e la depurazione totale delle acque reflue sono le uniche opzioni, secondo Elimelech e McGinnis, per aumentare la disponibilità di acqua al di là del ciclo idrologico.

Ma è inutile creare risorse nuove finché quelle esistenti continuano a disperdersi in mille rivoli. Un altro campo molto ricco di innovazioni è quello del monitoraggio delle reti idriche, che spesso perdono quantità ingenti del prezioso liquido che trasportano. La società canadese Echologics, vincitrice quest'anno del premio inglese Water industry achievement awards, ha sviluppato un sistema, in collaborazione con la Loughborough University, per individuare le perdite di acqua basandosi su tecnologie acustiche, il LeakFinderST, che si sta rivelando molto efficace ed è già utilizzato sul campo da diverse utilities. Sempre nel campo del monitoraggio delle risorse esistenti, ma rivolta a un settore diverso, l'agricoltura, è la tecnologia sviluppata da PrecisionHawk, una società americana che ha disegnato un piccolo drone capace di mappare le acque di superficie, calcolare i tempi di drenaggio e stimare la necessità di irrigazione per le piante coltivate in un campo.

L'irrigazione delle piante è un punto importante visto che l'agricoltura inghiotte fra il 50 e il 90% di tutta l'acqua dolce disponibile, a seconda dei Paesi. E qui i primi sono sempre gli israeliani, che da decenni insegnano al mondo come far fiorire il deserto senza morire di sete. Le semplici vaschette di plastica di Tal-Ya, da posizionare attorno al gambo di qualsiasi pianta coltivata per raccogliere la rugiada, sono state elette quest'anno migliore tecnologia per l'irrigazione in Australia, dove la siccità non fa sconti. Nei test sul campo, le vaschette solcate e bucate al centro consentono di tagliare il 50% dell'irrigazione.

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