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L'inchiesta / Manifattura al bivio

23 luglio 2014

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Impresa & Territori IndustriaDomanda boom ma prezzi deboli

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Domanda boom ma prezzi deboli

I consumi di Prosecco nel mondo corrono al di là di ogni rosea previsione e la Regione Veneto e i produttori preferiscono continuare ad adottare una prudente strategia di "stop and go": tetto ai nuovi impianti, stoccaggio di una parte della produzione e, quando la domanda tira, mollare la frizione lentamente. Lascia però perplessi il fatto che i prezzi del Prosecco calino su quasi tutti i principali mercati, eccetto che in Germania dove però il mercato ha innestato la retromarcia.

Secondo i dati 2013 del Cirve dell'università di Padova, in Gran Bretagna la domanda è esplosa di quasi il 63% ma il prezzo medio del Prosecco ha perso circa il 3% a 2,42 a bottiglia mentre negli Stati Uniti a fronte di un balzo del 30% dei volumi i listini sono arretrati dell'1% a 2,85 euro a bottiglia. In due mercati che crescono tanto, e con prezzi abbastanza bassi, ti aspetteresti di mantenere i prezzi fermi o addirittura aumentarli. Invece sono calati. In Germania i prezzi sono balzati di oltre il 14% ma i volumi si sono contratti di quasi il 17%, a valore del 4. I listini sono calati, tra il 2 e l'8%, anche in Svizzera, Australia, Canada, Belgio e Giappone. In controtendenza invece in Russia e Norvegia.

Questo trend pressochè generalizzato dei prezzi stride con il recente provvedimento delle regioni Friuli e Veneto che ha accolto l'istanza del Consorzio del Prosecco Doc di svincolo parziale di 100mila ettolitri della vendemmia 2013 (il 5,1% della produzione) in precedenza "congelati" per non pesare sui prezzi. Il Consorzio ha giustificato il provvedimento come opportuno: la crescita della domanda ha superato ampiamente la disponibilità, senza contraccolpi sui prezzi.

Dall'altro però ci si preoccupa di un boom senza fine dei vigneti Glera (base delle bollicine). Alla fine di luglio la giunta regionale veneta e quella friulana, accogliendo la richiesta del Consorzio del Prosecco Doc, hanno prorogato di altri tre anni il divieto di iscrivere agli albi della Doc Prosecco i vigneti Glera. L'obiettivo dichiarato è di stabilizzarsi su un massimo di 20mila ettari totali, di cui 16.500 in Veneto e 3.500 nella regione confinante.

«Al fine di evitare crisi di prezzo di un prodotto che è orgoglio veneto a livello mondiale - ha detto l'assessore all'Agricoltura veneto Franco Manzato - diventa indispensabile limitarne la coltivazione affinchè non si presentino esuberi di offerta sul mercato. Quando il sistema produttivo ha dato vita alla rivoluzione del Prosecco, legando il nome di questo vino al territorio e non al vitigno, l'obiettivo non era quello di battere lo Champagne come numero di bottiglie, ma di dare testimonianza dell'origine e della qualità di una produzione nata e sviluppatasi qui».

E. Sc.

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