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L'inchiesta / Manifattura al bivio

23 luglio 2014

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Impresa & Territori IndustriaIl Prosecco fenomeno globale

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Il Prosecco fenomeno globale

L'ultimo nato dei grandi distretti italiani brinda con il Prosecco, la cui zona di produzione ricade in nove province tra Veneto e Friuli.
Uno dei rari distretti che, nonostante la stagnazione europea dei consumi, continua a esprimere una crescita frizzante, a doppia cifra, specie sui mercati internazionali e, in particolare, nel Regno Unito e negli Usa. L'anno scorso la produzione di Prosecco è complessivamente balzata da 240 a 300 milioni di bottiglie (di cui 182 all'export) e, a produzione piena, si stima di doppiare la boa di 400 milioni di bottiglie. Il Prosecco Doc è salito in un sol colpo del 24% a 241 milioni di bottiglie, il Docg di Conegliano Valdobbiadene del 5% a 72,4 milioni mentre i Colli Asolani hanno consolidato gli 1,2 milioni di bottiglie. Nel complesso il valore delle bollicine è arrivato a 1,7 miliardi miliardi con un export del 60%.

E quest'anno? La tendenza ascendente continua: Valoritalia stima che nei primi cinque mesi del 2014 la Doc ha aumentato gli imbottigliamenti del 27%, Conegliano Valdobbiadene del 14% e Asolo dell'1%. Peraltro recentemente è stato disposto lo sblocco parziale Tdi 100mila ettolitri di Prosecco Doc per soddisfare la sete insaziabile del mercato.

«Sono dati impressionanti, direi vertiginosi – commenta il Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole – che evidenziano il grande lavoro già fatto e che va considerato base di partenza per quanto ancora si può fare: consolidare e conquistare nuovi mercati. Ciò richiede impegno e risorse. Quando vado all'estero parlando di vini e raccontando la nostra esperienza vitivinicola il Prosecco è un tratto fondamentale del protagonismo italiano».

«Il Prosecco Doc, considerato un fenomeno mondiale - sostiene il presidente del Consorzio Prosecco Doc, Stefano Zanette - sta vivendo una grande stagione anche perché a fronte di un forte aumento in quantità riesce a innalzare anche la qualità». Per il direttore del Consorzio di Conegliano Valdobbiadene Giancarlo Vettorello «la nostra soddisfazione deriva dal fatto di essere cresciuti anche in Italia, un mercato colpito da un calo dei consumi generalizzato e sottoposto a una forte pressione promozionale. All'estero andiamo bene e siamo convinti che ci siano nuovi spazi di crescita nel Regno Unito e negli Stati Uniti».

Qual è il segreto per diventare un fenomeno globale? È un prodotto giovane, piacevole e che, dato il prezzo, si può consumare spesso. Il prezzo gioca un ruolo fondamentale nelle scelte dei consumatori: in Italia una bottiglia di Prosecco Doc si acquista al dettaglio fra i 4 e i 6 euro, una Docg a 7 euro. All'estero invece varia molto in ragione dei dazi e dei costi di logistica. Ma dietro al successo del Prosecco c'è un tessuto imprenditoriale diffuso: 14mila tra viticoltori e vinificatori e circa 500 case spumantistiche.

Il boom del Prosecco è dunque destinato a durare? «La denominazione - risponde Zanette – quest'anno crescerà di 25 milioni di bottiglie, il che significa che la vinificazione riuscirà ad assorbire la materia prima prodotta. Inoltre, grazie anche alle azioni di governance avviate dal Consorzio, dallo stoccaggio al blocco degli impianti, il mercato dovrebbe mantenere l'equilibrio tra domanda e offerta garantendo il giusto guadagno a tutta la filiera. Condizione indispensabile per assicurare un prodotto di qualità a tutela del consumatore e del made in Italy tutto".

Il Cirve dell'università di Padova traccia due scenari: nell'ipotesi moderatamente positiva, la crescita nel biennio 2014/15 sarà del 12% (equivalenti a 40 milioni di bottiglie per anno) con giacenze per 270mila ettolitri, il 10% della produzione. In uno scenario molto ottimista, crescita a +20% (60 milioni di bottiglie annue) con 340mila ettolitri rimasti in cantina. E poi il Cirve conclude che, dato che il 60% delle vendite all'export si realizza tra Regno Unito, Usa e Germania, bisognerebbe concentrarsi sui mercati di seconda fascia: oltre a Svizzera e Austria, Scandinavia, Canada e Giappone, senza trascurare l'Est Europa e le repubbliche baltiche.

Il futuro del distretto è legato alla crescita ma anche alla tutela dei tre Prosecchi. Recentemente è stato costituita Sistema Prosecco srl, una società consortile costituita dalla Doc (45% di quota), dalla Docg (45%) e dai Colli Asolani (10%). Presidente è stato designato Zanette.

L'oggetto sociale di Sistema Prosecco, che ha un capitale sociale di 10mila euro, recita che la società consortile ha lo scopo di garantire in Italia e all'estero il corretto utilizzo del termine Prosecco in ragione degli interessi condivisi dai consorzi e dalle denominazioni tuteleate dagli stessi. «Sistema Prosecco – osserva Zanette – tutelerà in modo unitario e rappresentativo a livello internazionale le tre realtà consortili del Prosecco. E abbiamo già aperto un ufficio di corrispondenza a Bruxelles come presidio in seno all'Unione Europea contro le minacce intra e extra Ue».

«Lo scopo statutario - spiega Vettorello – è di garantire in Italia e all'estero il nome Prosecco, difenderlo dalle imitazioni ma anche dal proliferare della viticoltura del vitigno Glera all'estero, dai Paesi dell'Est fino al Brasile e Australia».

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