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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2014 alle ore 16:25.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 19:14.

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Sindacati ancora in ordine sparso sul Jobs act: non è servita la riunione dei leader di Cgil, Cisl e Uil per trovare una posizione unitaria. Tra i sindacati confederali si fanno valutazioni diverse, in particolare da Cisl e Uil arrivano alcune aperture al disegno del governo, in attesa di conoscere quale sarà la versione finale del Ddl delega.

Vediamo nel dettaglio come si articolano le posizioni tra i sindacati. La Cgil concentra la propria azione sulla difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, anche se la strategia di Susanna Camusso è cambiata. «La reintegra non si tocca» è stato per molto tempo lo slogan preferito dalla leader della Cgil, poi ha capito che per ottenere un risultato tangibile avrebbe dovuto contare sulla sponda politica della sinistra Pd. Camusso ha, quindi, modificato la propria posizione, dicendosi disponibile a trattare sulla sospensione temporanea dell'applicazione dell'articolo 18, nell'ambito del contratto a tutele crescenti, a condizione che dopo un periodo limitato venga ripristinato. In sostanza la linea della Cgil non è più quella del “muro contro muro”, ma ricalca la proposta avanzata dalla sinistra del Pd, in primis dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano.

Quanto alla Cisl, il sindacato di Via Po è disponibile a trattare anche sul contratto a tutele crescenti, purchè il governo punti a contrastare la cattiva flessibilità, ovvero le false partite Iva e le finte collaborazioni. È chiaro che le ultime dichiarazioni del premier Renzi, sulla volontà di abrogare le Cococo siano guardate con interesse da Bonanni. Infine la Uil, plaude per l'intenzione del governo di cancellare le forme contrattuali che generano precarietà, è disponibile a trattare anche sull'articolo 18 ma a condizione che non vengano toccati i diritti acquisiti. In sostanza per Angeletti la reintegra, in caso di licenziamento senza giusta causa, non va tolta ai lavoratori che attualmente beneficiano dell'applicazione dell'articolo 18.

In questo quadro era difficile per i sindacati individuare una data comune per indire una mobilitazione nazionale, come proponeva la Cgil. Di qui la decisione di procedere autonomamente: la Cgil con la manifestazione del 25 ottobre a San Giovanni (la Fiom chiama a raccolta le tute blu l'8 ottobre in occasione del summit sul lavoro a Milano), la Cisl con l'iniziativa del 18 ottobre sui temi più generali del lavoro (preceduta il 30 settembre dal presidio dei metalmeccanici della Fim-Cisl davanti alla Camera a sostegno di una politica industriale), mentre la Uil ha convocato l'esecutivo per decidere.

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