Impresa & Territori IndustriaStrategie creative per domare i mercati
Strategie creative per domare i mercati
di Gaia Giorgio Fedi | 18 novembre 2014

Il 2015 si preannuncia come un anno complesso sui mercati finanziari. Le prospettive non sono negative, ma una serie di fattori, quali l'atteso rialzo dei tassi d'interesse Usa, la divergenza nelle politiche monetarie e il ritorno della volatilità, renderanno il contesto più difficile da decifrare per gli investitori, imponendo particolari cautele nella costruzione dei portafogli. Il suggerimento, secondo Bruno Rovelli, head of investment advisory di BlackRock in Italia, è di «avere un portafoglio molto più diversificato rispetto al passato. Con una componente in strategie flessibili che prevedano ampia delega ai gestori, in maniera che l'esposizione alle asset class direzionali sia un po' ridotta». Così si potranno aumentare e diminuire le esposizioni in modo più tattico in risposta ai movimenti del mercato.
«Nel complesso lo scenario è moderatamente favorevole: la ripresa c'è, ma non è forte, soprattutto se paragonata alle precedenti fasi storiche di espansione», afferma Rovelli. Attualmente non ci sono asset class liquide sottovalutate, ma l'equity resta la più interessante. «Le azioni dovrebbero avere una performance positiva nel 2015, nonostante gli ostacoli legati in larga parte al probabile aumento dei tassi da parte della Fed», aggiunge Rovelli. Il ritorno degli Usa a una politica monetaria più convenzionale non dovrebbe comportare una riduzione della liquidità sui mercati: «Riteniamo che probabilmente solo le banche centrali dei Paesi anglosassoni alzeranno i tassi d'interesse, e comunque lo faranno in modo contenuto, per non spaventare troppo i mercati». Le azioni delle altre banche centrali, come la Banca del Giappone e la Bce, compenseranno in parte la minore liquidità immessa dalla Fed: a livello globale il 2015 dovrebbe quindi essere un altro anno di espansione della liquidità e questo dovrebbe sostenere gli asset rischiosi come le azioni. Tuttavia, «la divergenza tra le politiche monetarie globali dovrebbe portare a un aumento della volatilità sui mercati, che si troveranno ad affrontare uno scenario meno unidirezionale che negli ultimi anni», prosegue Rovelli. «Questo non significa che le performance saranno negative, ma solo che il cammino diventerà più complesso e accidentato», aggiunge.
La vera domanda da porsi, prosegue, è se ci troviamo alla fine del ciclo economico e di mercato. «La nostra risposta è no: la ripresa delle economie, soprattutto dei Paesi industrializzati, non finirà e questo dovrebbe assicurarci che il movimento al rialzo sui mercati rischiosi dovrebbe continuare». Se questo è lo scenario di fondo, non si tratterà del classico aumento della volatilità da fine ciclo, quando si passa da un movimento al rialzo ad un significativo e prolungato movimento al ribasso. Si potrebbe, anzi, profilare un aumento delle opportunità di investimento, come è già accaduto con la correzione di ottobre.
Per quanto riguarda le singole classi di attivo, sull'obbligazionario europeo l'idea di Blackrock è che nell'Eurozona il livello attuale dei tassi, pur se molto basso, sia giustificato dalla situazione economica. «Anche in Europa ci sembra opportuno ridurre l'esposizione direzionale agli obbligazionari tradizionali, cui occorrerà affiancare strumenti flessibili, con meno vincoli nel l'andare a cercare opportunità di investimento ma anche e soprattutto nel diversificare i rischi», argomenta Rovelli. In generale, sul reddito fisso «le asset class a spread - obbligazioni high yield e emergenti - dovrebbero avere performance leggermente migliori rispetto alle obbligazioni governative dei paesi industrializzati, anche se verosimilmente inferiori al rendimento a scadenza implicito negli indici».
Sull'equity le prospettive sono più rosee. «Dal punto di vista geografico sull'azionario Usa vediamo valutazioni un po' superiori alle medie storiche, ma non certo da bolla, anche perché i tassi di crescita degli utili restano solidi e la generazione di cassa delle società resta robusta. Ma in questo momento troviamo valore soprattutto in Asia, sia emergente sia soprattutto in quella sviluppata: per esempio il Giappone è tra i mercati più interessanti, grazie all'allineamento di tutti i policy maker nel perseguimento degli obiettivi economici». In Europa Blackrock invece ritiene che, seppure lo scenario macro non sia molto esaltante, basterebbe un minimo miglioramento del ciclo per produrre buone sorprese sugli utili. «Qui la nostra preferenza va per strategie un po' più difensive che combinino titoli con buoni dividendi ma anche con capacità di accrescerli nel tempo». A livello settoriale, per Blackrock sono interessanti i finanziari, settore con una discreta esposizione al ciclo economico, oggi vicino alla fine di un lungo ciclo di deleverage; e i tecnologici, attraenti anche come tema di lungo termine. Infine, «con un po' di spirito contrarian apprezziamo anche l'energy: il petrolio è sceso tanto e i titoli energetici hanno corretto, ma con pazienza si potrebbe cominciare ad accumulare nel corso dei prossimi 6-12 mesi».