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Ilva, tutte le tappe della vicenda

17 luglio 2014

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Impresa & Territori IndustriaScatta il piano per salvare l'Ilva

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Scatta il piano per salvare l'Ilva

Il Governo italiano dà il via libera alla nazionalizzazione dell'Ilva di Taranto. Il Consiglio dei ministri, convocato alla vigilia di Natale, ha ufficializzato lo schema di salvataggio studiato in queste settimane per dare un futuro al principale polo siderurgico italiano.

Il testo definitivo del decreto legge sarà definito nei dettagli entro fine anno: il 29 e il 30 dicembre, in particolare, sono previste riunioni degli uffici tecnici dei ministeri coinvolti, in vista della stesura definitiva del testo e della sua pubblicazione sulla Gazzette ufficiale.
In attesa dei dettagli (i sindacati hanno confermato di essere stati convocati già lunedì dal ministro dello Sviluppo Federica Guidi) dalla riunione del Consiglio dei ministri è comunque stata confermato che per Ilva, come anticipato nei giorni scorsi, si prevede il commissariamento secondo la legge Marzano modificata. La procedura scatterà a metà gennaio (saranno tre, con tutta probabilità i commissari nominati: lo stesso Piero Gnudi, l'attuale sub commissario Corrado Carrubba e l'attuale dg di Ilva, Roberto Renon) per consentire all'attuale commissario, Piero Gnudi, il pagamento degli stipendi di dicembre (circa 16mila i dipendenti complessivi dell'Ilva, di cui 11mila a Taranto) nonchè di saldare le spettanze nei confronti dei fornitori. Successivamente, si procederà alla nazionalizzazione vera e propria (Renon potrebbe essere il commissario «gestore») mediante la creazione di un newco a partecipazione statale.

In generale, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha affermato che «l'autorizzazione ambientale e il risanamento valgono, stimati in modo superficiale, circa un miliardo e qualche centinaio di milioni». Cifre alla mano, si tratterebbe di una somma inferiore agli 1,8 miliardi fino ad oggi stimati. Secondo le prime indiscrezioni sul decreto, però, non si è lavorato a una revisione delle prescrizioni ambientali introdotte con l'Aia e confermate con il piano ambientale approvato nel Dpcm la scorsa primavera, ma solo ad una loro diversa modulazione temporale. La somma indicata dal premier – con tutta probabilità riconducibile ai fondi sequestrati nel 2013 ad Adriano ed Emilio Riva per presunti reati fiscali e valutari, trasferiti all'Ilva secondo la decisione del gip di Milano Fabrizio D'Arcangelo, nonostante il ricorso in cassazione di Adriano Riva – si sommerebbe ai circa 500 milioni di risorse già spese o impegnate (tra queste anche quelle relative alla copertura dei parchi minerari, per i quali è stata conclusa positivamente la valutazione di impatto ambientale e per i quali si attendono i decreti autorizzativi da parte del ministero dell'ambiente). In sintesi, nel decreto si attribuiscono al commissario straordinario i «poteri necessari» per attuare le prescrizioni Aia, si conferma allo stesso commissario la destinazione delle somme sequestrate all'Ilva e si stabilisce che queste confluiranno «in una contabilità speciale». La gestione dell'impresa sarà considerata attività pubblica.

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