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Barometro della manifattura

05 gennaio 2015

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Impresa & Territori IndustriaIl mobile prova la rimonta anche sul mercato interno

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Il mobile prova la rimonta anche sul mercato interno

Spingere sull'acceleratore cinese (che l'anno appena passato ha visto il settore del legno-arredo, per la prima volta, vendere a Pechino più dei tedeschi) e sul bonus mobili.
Dopo la ripresa dei primi mesi (fatturato medio delle imprese in crescita di quasi il 5%), il 2014 di FederlegnoArredo ha chiuso con meno ricavi e meno posti di lavoro. Eppure, gli indizi di una svolta nel 2015 – giura il presidente Roberto Snaidero – ci sono tutti. Ma se più indizi non fanno una prova aprono però il settore a un ottimismo che non si vedeva da tempo.

Identikit del 2014
Il sistema legno-arredo archivia un 2014 con più ombre che luci. I pre-consuntivi mostrano un fatturato alla produzione di 26,7 miliardi di euro, per il quarto anno consecutivo in calo (-2,7% sul 2013), ma un po' meno che nel 2013.
Rallenta di molto, ma prosegue ancora, l'erosione della base manifatturiera: in un anno 1.600 le aziende chiuse e 3.800 gli occupati in meno. Mentre crescono ancora le esportazioni (che hanno quasi recuperato i livelli pre-crisi), per il quinto anno consecutivo. Sono passate dai 12,7 miliardi del 2013 ai 13,1 miliardi del 2014: +2,9% (la variazione 2013/2012 era stata del 2,4%). È una vocazione in crescita, quella della quota di esportazioni sul fatturato complessivo delle imprese: nel 2013 era il 46%, nel 2014 quasi la metà (il 49%) del fatturato globale del comparto deriva dalle vendite oltreconfine (una media che tiene insieme chi vive ormai di contract e mercati internazionali e le Pmi artigianali solo occasionalmente esportatrici). Il mercato interno è sempre negativo, ma tampona le perdite soprattutto grazie al bonus mobili. E quest'anno si attende la svolta, con la produzione che dovrebbe ritornare – prima volta dal 2007 – in territorio positivo. «Il dato delle vendite estere – ha spiegato il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero – evidenzia che abbiamo recuperato il picco di export pre-crisi, anche se il trend non riesce a controbilanciare l'ulteriore contrazione del 4,2% del consumo interno apparente». Tuttavia, nel 2013 la contrazione era stata un tracollo: -7,1% la domanda interna sull'anno precedente.

La «carta» del bonus mobili
Ha attenuato, in pochi mesi, quello che poteva essere un nuovo tonfo rovinoso, cioè quello del mercato interno. Il rinnovo del bonus mobili (che consente di detrarre un massimo di 10mila euro di spese per l'arredamento nel quadro di una più ampia ristrutturazione edilizia) si è dimostrato uno strumento molto efficace di politica industriale. «Grazie agli effetti di questa misura – ha aggiunto Snaidero – nel biennio 2013-2014 stimiamo un recupero di spesa finale di oltre 1,9 miliardi di euro, che altrimenti i cittadini italiani non si sarebbero potuti permettere». Secondo Federlegno, sono almeno 10mila gli addetti di tutta la filiera rimasti al lavoro grazie al bonus mobili. Ma non è un mistero che Snaidero punti anche a un'Iva agevolata sugli acquisti di mobili, magari per determinate categorie e fasce di reddito. Una partita ancora tutta da giocare .
2015, anno della «svolta»?
Ma è sul 2015 che il comparto si dice particolarmente ottimista. Le proiezioni basate sulle previsioni dichiarate dalle imprese associate a FederlegnoArredo prospettano per il 2015 una crescita del fatturato alla produzione dell'1,5%, trainato dalle esportazioni (+5%) e con una stabilizzazione del consumo interno apparente a -0,9%. Nessuna previsione,per ora, invece, sugli effetti che potrebbe avere il credito d'imposta del 30% sulla ristrutturazione degli hotel, varato (per l'anno fiscale appena concluso e i due successivi, sino al 2016) convertendo in legge quest'estate il decreto “Art Bonus”. Perchè mancano ancora i decreti attuativi.

Verso la Cina
L'ottimismo sul 2015 lo dà un dato: nel primo semestre del 2014 l'Italia ha superato la Germania per esportazioni verso la Cina in questo comparto, con una quota del 15% contro il 13% dei tedeschi. In appena due anni (quando il nostro Paese era molto indietro rispetto alla Germania) i ricavi sono passati da 120 a quasi 290 milioni. Una conferma della vitalità dell'arredo italiano anche nell'Estremo Oriente che nel 2016 dovrebbe culminare con la prima grande fiera del design italiano a Shanghai. Una strada da percorrere in fretta dopo il tonfo su un mercato fondamentale come quello russo, che, tra rublo in caduta libera, sanzioni e crisi con l'Ucraina, ha perso più del 7 per cento.

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