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Dossier | N. 45 articoli Salone del Mobile e Fuorisalone: Milano capitale del design

Il Salone del Mobile 2019 chiude a +12,5%, grazie (anche) al boom dalla Cina

Oltre 386mila visitatori da 181 Paesi: il Salone del Mobile di Milano ha chiuso la sua 58esima edizione con numeri in decisa crescita rispetto all’edizione di due anni fa (il confronto va fatto con l’ultimo appuntamento del Salone che conteneva la biennale Euroluce e l’ufficio, che nel 2017 aveva registrato 343mila visitatori). In questi sei giorni alla Fiera di Rho si è vista molta Asia – con in testa tanti, tantissimi cinesi – il ritorno della Russia, a dimostrazione dell’interesse di quel mercato verso i prodotti dell’arredamento italiano. La conferma di mercati vicini e importantissimi, Germania e Francia, e la sorpresa del Brasile, un rientro in fiera che mancava da tempo nella top ten e che fa ben sperare gli imprenditori, oltre a quello degli Stati Uniti, assieme alla Cina il vero motore della crescite nelle esportazioni.

«Chiudiamo questa edizione con un bilancio molto positivo – commenta il presidente del Salone, Claudio Luti -. Abbiamo investito sulla qualità e abbiamo dimostrato ancora una volta la nostra voglia di fare sempre meglio, lavorando a stretto contatto con designer, artigiani, operatori della comunicazione e della cultura per continuare a produrre innovazione di prodotto e di processo e a raccontare storie che aumentano il valore dell’oggetto di design».Luti si sofferma sulla qualità degli operatori arrivati e sulla concretezza di una manifestazione che «chiamare fiera è riduttivo - osserva –. Qui si fa business, si presentano i nuovi prodotti e nuove idee e si vende, si firmano ordini e campionature».

Ma si fa anche cultura: «La cultura dell’innovazione e della ricerca che fa parte del Dna delle nostre imprese e che qui al Salone ha la sua massima espressione», dice Luti. Per il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, il successo del Salone è testimoniato anche dalle tante presenze istituzionali di questi giorni: «Un riconoscimento al valore della nostra filiera industriale – fa notare – ma anche una dimostrazione di come l’industria italiana possa fare sistema». Il Salone ha messo in luce, aggiunge, «il valore di una filiera in grado di muoversi unita per vincere le sfide dei mercati internazionali.

Un successo globale ottenuto grazie anche al deciso e convinto supporto delle istituzioni, tra cui quello di Ice che ha riconosciuto nel Salone del Mobile di Milano un player fondamentale per lo sviluppo del made in Italy nel mondo – e di Confindustria che, per la prima volta nella sua storia, ha organizzato il consiglio generale all’interno della manifestazione, sottolineando la necessità di portare avanti un vero dialogo con la politica per supportare e rafforzare le imprese che, oltre a contribuire al successo della manifestazione, rappresentano uno dei fiori all’occhiello dell’economia nazionale».

Fuorisalone 2019, alla scoperta del design innovativo e della bellezza nascosta di Milano

Il Salone del Mobile è del resto maestro nel «fare rete»: tra le imprese della filiera, ma anche con la città di Milano, in un’osmosi con il Fuorisalone che negli ultimi anni ha reso la Design Week milanese, con 1.200 eventi in palinsesto, un appuntamento di riferimento per tutta la comunità internazionale del design. Le rilevazioni di Global Blue sull’andamento del «Tax Free Shopping» a Milano (che dà il polso sulle presenze extra-Ue in città) registrano tra lunedì e venerdì un incremento dell’1% rispetto ai primi cinque giorni della Design Week 2018, e confermano la presenza soprattutto di cinesi (che rappresentano il 40% dello shopping) e russi (il 9%), con un aumento medio dello scontrino dell’8% (a 1.245 euro).

Cina sempre più importante per le aziende italiane del design, dunque, e lo conferma anche il presidente di Assarredo, Claudio Feltrin: «È il nostro settimo mercato di esportazione, con un valore di circa mezzo miliardo di euro, ma nel giro di cinque anni potrebbe salire sul podio – spiega – perché i consumatori cinesi benestanti stanno dimostrando grande sensibilità e interesse per i nostri prodotti». Come del resto era evidente girando tra gli stand delle oltre 2.400 aziende espositrici (di cui un terzo straniere). «I nostri dealer più importanti sono venuti tutti, con una forte presenza dei mercati asiatici ed europei, Italia compresa, che fanno la quasi totalità del nostro fatturato – dice ad esempio Nicola Coropulis, direttore generale di Poltrona Frau –. In generale l’affluenza è stata altissima e, soprattutto, sostenuta nel corso di tutta la settimana».

Design ambasciatore del made in Italy nel mondo

Anche Carola Bestetti, seconda generazione alla guida di Living Divani (che festeggia i 50 anni), è soddisfatta: «Non solo abbiamo avuto tanti visitatori, ma anche più selezionati degli scorsi anni - osserva –. In fiera firmiamo anche ordini, perciò il Salone per noi non è soltanto una vetrina fondamentale, ma anche un momento di business molto importante: è qui che incontriamo quasi tutti i nostri clienti, anche perché noi non abbiamo uno showroom in città». È qui che le aziende decidono le strategie dei mesi a venire: «In base alla risposta dei clienti alle nuove collezioni decidiamo le scelte dei prossimi sei mesi – spiega Stefano Uliana, amministratore delegato di Calligaris –. In stand abbiamo avuto moltissime visite, soprattutto dall’Asia e dagli Stati Uniti, ma davvero è venuto tutto il mondo».

Soddisfazione anche tra le imprese protagoniste delle novità di quest’anno sotto il profilo espositivo, ovvero il nuovo padiglione S.Project, dedicato al mondo del progetto, e la collocazione delle aziende dell’ufficio in padiglioni differenti. «All’inizio ero titubante, ma sono contentissimo di come è andata – dice Albino Celato, fondatore di De Castelli, che ha esposto a S.Project dopo anni di presenza nell’area dedicata alle aziende del design –. Sposo in pieno quest’idea di esporre non più per categoria merceologica ma per target di clientela e know how. Spero che gli organizzatori abbiano la determinazione di ripetere questo format tutti gli anni e non di renderlo biennale».

Per Paolo Fantoni, titolare dell’azienda omonima specializzata in arredi per l’ufficio, il trasferimento viceversa al padiglione 16 (l’area tradizionalmente dedicata al design) è stata una «rivelazione: il flusso di visitatori allo stand è raddoppiato rispetto all’ultima edizione – dice –. Forse per il futuro bisognerà trovare un modo per guidare meglio i visitatori specializzati nel nostro settore e trovare un fil rouge che dia maggior valore e visibilità alle aziende del settore collettività presenti al Salone. Ma devo dire che questo spostamento è stato molto positivo per il numero di contatti».

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