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Wall Street brinda alla Fed. Volano euro e petrolio

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LA GIORNATA DEI MERCATI

Wall Street brinda alla Fed. Volano euro e petrolio

La giornata dei mercati
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Andamento titoli
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Chiusura sottotono per Piazza Affari nel giorno della grande attesa per le decisioni del Federal Open Market Committee. Nonostante il recupero del greggio, sono rimasti poco mossi anche i titoli del comparto energetico con l'unica eccezione di Eni, salita dell'1,29% grazie anche al giudizio positivo di Credit Suisse.

Ma l’evento di giornata era appunto la riunione della Banca centrale americana, che ha mosso non poco i mercati. In seguito alla decisione della Fed di non toccare i tassi, infatti, gli indici di Wall Street hanno accelerato, chiudendo in territorio positivo: il Dow Jones è salito dello 0,45% a 17.329,94 punti, il Nasdaq è avanzato dello 0,75% a 4.763,97 punti mentre lo S&P 500 ha messo a segno un progresso dello 0,57% a 2.027,36 punti.

Anche il petrolio vola: le quotazioni a New York sono salite del 5% e oltre a 40 dollari al barile. La Fed ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica americana e quelle sui tassi d’interesse. Di conseguenza l’euro è in netta risalita sul dollaro sul mercato dei cambi. La moneta unica europea tocca un massimo di seduta di 1,122 dollari . A galvanizzare il mercato è stato il fatto che adesso la banca centrale Usa preveda due e non più quattro strette monetarie nel corso del 2016. Anche le stime sull'inflazione, riviste al ribasso, sono ora più allineate a quelle del mercato.

Il segnale è netto: si allontana la prospettiva di altri aumenti dei tassi di interesse sul dollaro, deprimendo quindi la valuta a stelle e strisce e rilanciando l’euro nonostante la recente raffica di misure di stimolo annunciate dalla Banca centrale europea. Si conferma insomma la competizione tra Banche centrali anche in funzione del movimento dei cambi, la cosiddetta “guerra delle valute” mai dichiarata ma sempre sullo sfondo.

Tornando alla Borsa italiana, in particolare nel comparto bancario, male il Banco Popolare (-3,29%) mentre Banca Mps ha chiuso pressoché invariata dopo una partenza in rialzo di circa il 3% (dopo il -6% della vigilia) sullo scenario di un aumento di quota del Tesoro al 7% qualora risultasse fattibile da un punto di visto tecnico la possibilità di pagare l'ultima rata degli interessi sui Monti Bond in azioni. Bene invece Fiat Chrysler Automobiles (+2,50%). Se Milano ha chiuso poco distante dalla soglia della parità con il FTSE MIB che ha perso lo 0,18% mentre il Ftse All Share è sceso dello 0,05%, Parigi ha ceduto lo 0,22% mentre Francoforte ha guadagnato lo 0,50% e Londra lo 0,58%. Sempre fra le blue chips, da segnalare che gli investitori hanno continuato a premiare Campari (+1,29%) dopo l'annuncio dell'acquisizione di Grand Marnier. Sul fronte valutario, l'euro resta poco mosso sul dollaro aspettando l'esito del meeting della Fed mentre sale la scommessa del mercato su un rialzo dei tassi Usa a giugno: il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1076 da 1,1056 ieri.

La spinta per il comparto delle quattro ruote (qui il grafico dell’indice Stoxx 600 auto) arriva dai dati sulle immatricolazioni relativi al mese di febbraio particolarmente positivi (in particolare per Fiat Chrysler Automobiles che non a caso figura tra i titoli più gettonati a Piazza Affari) e dai conti migliori delle attese della tedesca Bmw.

Il settore energia invece beneficia della ripresa dei prezzi del petrolio (qui le quotazioni di Brent e Wti). Il mercato evidentemente nutre speranze su un accordo su un taglio della produzione tra i Paesi Opec (il principale cartello dei Paesi esportatori) e i governi dei Paesi che non ne fanno parte. Un incontro tra questi soggetti si terrà a Doha in Qatar il prossimo 17 aprile. L'annuncio è stato dato dal ministro dell'Energia del Qatar, Mohammed al-Sada, attuale presidente di turno dell'Opec. Il collasso delle quotazioni del petrolio, lo ricordiamo, ha come ragione principale l’eccesso di capacità produttiva e lo squilibrio creatosi tra domanda e offerta di greggio.

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