Lo skincare è la nuova frontiera
Il mercato italiano vale 1,5 miliardi di euro pari al 17% sugli acquisti totali di comsetici. A livello mondiale è destinato a superare i 145,8 miliardi di dollari nel 2028 con un tasso di crescita annuo del 5,5%
di Marika Gervasio
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Con 1,5 miliardi di euro in crescita del 9,3% e una quota del 17% sui consumi totali di cosmetica, i prodotti dedicati allo skincare in Italia rappresentando la principale famiglia di consumo. In particolare, quello venduto in profumeria è cresciuto del 20% nel 2021 e quello in farmacia del 4,6%. Le creme antirughe salgono del +9%, i prodotti per il contorno occhi registrano un aumento del 15,4%, quelli per pelle impura del 14,2%, gli schiarenti dell’11,9%, maschere ed esfolianti viso dell’11,2%, detergenti e struccanti del 10,1%. Un fenomeno che si riflette a livello mondiale. Secondo la società di ricerche Fortune Business Insights, infatti, il mercato dello skincare è destinato a superare i 145,8 miliardi di dollari nel 2028, dai 100 miliardi del 2021, con un tasso di crescita annuo del 5,5%.
Complici la pandemia e i ripetuti lockdown, le abitudini per la cura personale sono cambiate e la cura della pelle è diventato uno dei rituali di bellezza più importanti sia per uomini che per donne che quotidiniamente utilizzano prodotti per detergere, nutrire e idratare. Preferibilmente naturali. Ancora, sale il trend della cura dei problemi della pelle come l’acne, per i più giovani, macchie, cicatrici che aumenta l’interesse verso scrub, filtri solari e creme correttive; così come cresce la domande di prodotti per il grooming maschile. Tra i lanci più recenti di Svr le linee Topialyse e Xerial che rispondono a esigenze specifiche per il corpo e la pelle, con due prodotti creati ad doc: Topialyse Creme, crema fluida lenitiva anti-irritazioni viso e corpo; e Xerial 10 Lait Corps, latte corpo per un trattamento quotidiano per pelle squamosa, screpolata e ruvida. Mentre l’italianissima Bullfrog presenta Blue Botanical, una linea dedicata agli uomini: cinque trattamenti a base di ingredienti naturali studiati per migliorare il livello di idratazione della pelle, rendendola più tonica, rilassata e radiosa grazie all’esclusivo Blue Botanical Complex, un estratto di alghe di mare.
In uno scenario estremamente competitivo si muovono colossi del beauty - L’Oréal, Shiseido, Unilever, Procter & Gamble, Estée Lauder, Beiersdorf solo per citarne alcune -, realtà più piccole specializzate e celeb tra partnership, acquisizioni e nuovi lanci di prodotti e servizi. Senza dimenticare la ricerca e l’innovazione, elementi più che mai prioritari per questa categoria di prodotti sempre più hi-tech.
Lo skincare è uno degli asset di sviluppo per Coty che ha chiuso l’anno fiscale 2021-22 con un fatturato di 5,3 miliardi di dollari, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente e con un utile netto di 55,5 milioni. «Lo skincare è stato parte del Dna di Coty per oltre un secolo e rappresenta una grande opportunità di crescita - racconta Shimei Fan, chief scientific officer di Coty -. Il mercato è destinato ad aumentare trainato dalla crescente domanda dei consumatori e ci aspettiamo che avrà un impatto importante sul business dell’azienda soprattutto in Cina e Stati Uniti».
E aggiunge: «Abbiamo marchi che coprono tutti i trend, fasce di prezzo e geografie, sia nelle divisioni prestige sia in quelle consumer. Lo sviluppo dell’asse skincare spingerà il nostro rafforzamento in Cina e, più in generale, in Asia, mercati dove i trattamenti viso e il travel retail hanno un ruolo fondamentale». Si partirà l’anno prossimo con il lancio globale di Orveda, marchio ultra-premium, vegano e genderless legato alle ricerche scientifiche sul microbioma. Sarà rilanciato anche Philosophy, con l’introduzione, entro il 2024, di linee rinnovate e riformulate per essere pulite, vegane e cruelty free.
L’anno scorso è nato Laboratoire Native, il nuovo polo cosmetico internazionale da 200 milioni di euro che riunisce i brand Lierac, Phyto, Roger & Gallet e Jowaé, marchi distribuiti in farmacia e parafarmacia con formulazione di prodotti a base di piante. Dalla Svizzera, La Prairie ha recentemente lanciato Skin Caviar Harmony L’Extrait, che rappresenta un nuovo approccio al lifting e al rassodamento. Formulate con tecnologia micro-fluidica, le perle contenute nell’estratto si fondono delicatamente nel gel che le contiene al momento dell’applicazione.
A sfidare i grandi gruppi arrivano realtà più piccole, come Miamo, brand italiano di cosmetica funzionale in farmacia nato nel 2012 dalla volontà di due farmaciste, madre e figlia, Elena Aceto di Capriglia e Camilla D’Antonio, che oggi ha al suo attivo la presenza in oltre 900 farmacie in Italia e un tasso di crescita annua di circa il 30% con un fatturato 2021 di 14,6 milioni e una previsione di chiudere il 2022 con un incremento del 26%. Il brand è soprattutto riconosciuto per il suo sistema innovativo di protocolli di trattamento grazie anche a un brevetto esclusivo in epigenetica, l’ultima frontiera degli studi sull’invecchiamento.
Dalla veneta Pettenon Cosmetics arriva Byotea, brand sostenibile: il packaging è in carta Fsc e con materiali riciclati e riciclabili, nessuna confezione è plastificata e le formule sono prive di qualsiasi ingrediente di derivazione animale e 100% gluten free, nickel tested e senza paraffina, petrolato, Ogm e senza i tensioattivi Sls e Sles. La linea Age, per esempio, è studiata per pelli che hanno bisogno di nutrimento profondo ed elasticità per prevenire l’invecchiamento.
Ancora, la trentina Bioline Jatò, diventata recentemente Società Benefit, presenta Therra Fusion, la nuova linea di trattamenti la cui formulazione rispetta la pelle, l’ambiente e l’intera filiera produttiva formulata con ingredienti naturali che provengono da agricoltura biologica certificata, vegan friendly e con packaging in carta riciclata certificata Fsc, stampa a basso impatto ambientale certificata Eco-Print, senza foglietto illustrativo e cellophane.