Nel luglio dello scorso anno, Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito, Stati Uniti d'America, Unione Europea e Iran hanno stipulato un accordo (il Joint Comprehensive Plan of Action – Jcpoa) che prevedeva, da una parte, una serie di obblighi a carico dell'Iran volti a garantire uno sviluppo pacifico del proprio programma nucleare, e dall'altra, l'impegno a rimuovere una parte delle sanzioni adottate da Europa, Stati Uniti d'America e Onu nei confronti dell'Iran.
Il 16 gennaio (il cosiddetto Implementation Day), l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha certificato l'adempimento da parte dell'Iran dei propri obblighi. Simultaneamente, l'Europa ha rimosso la gran parte delle proprie misure restrittive nei confronti dell'Iran. Gli Stati Uniti invece, hanno soppresso solo le misure applicabili alle persone e alle società sottoposte alla giurisdizione di Paesi terzi, lasciando intatte quelle applicabili a cittadini e società statunitensi (cosiddette Us person).
Per i cittadini e le società europee dunque, gli effetti dell'Implementation Day sono assai significativi. Innanzitutto, sono venute meno le sanzioni relative allo sfruttamento delle risorse energetiche iraniane. Greggio, gas naturale, e prodotti petrolchimici di origine iraniana o esportati dall'Iran potranno essere acquistati e importati in Europa. Anche la fornitura di tecnologie in tale settore è oggi consentita. I medesimi effetti riguardano il mercato dell'oro e dei metalli preziosi. Altri settori che hanno beneficiato delle previsioni del Jcpoa sono quello dei metalli e del software. Prima, qualsiasi tipo di relazione commerciale afferente a tali settori di attività era vietata ai sensi delle sanzioni europee, mentre oggi è possibile chiedere e ottenere specifiche autorizzazioni dagli Stati membri competenti per determinate operazioni, a condizione che le stesse siano coerenti con gli scopi del Jcpoa stesso.
“Le banche iraniane sono state reimmesse nel sistema Swift, che consente i pagamenti interbancari, agevolando l'attività commerciale con controparti”
Ancora più importante è la soppressione delle misure restrittive europee relative al settore finanziario, che pregiudicavano – di fatto – l'interscambio tra l'economia europea e quella iraniana, impedendo il trasferimento di somme tra gli istituti bancari e finanziari europei e quelli iraniani. Oggi tali divieti non sussistono più, e le banche iraniane sono state reimmesse nel sistema Swift, che consente i pagamenti interbancari, agevolando grandemente l'attività commerciale con controparti iraniane. In passato infatti, anche le transazioni astrattamente consentite, venivano seriamente ostacolate dalle misure restrittive applicate al sistema finanziario.
I cittadini e le società europee, così come tutti i cittadini e le società non statunitensi, prima dell'Implementation Day erano inoltre soggette ad una serie di misure restrittive adottate dagli Stati Uniti d'America (cosiddette secondary sanctions). Anche tali misure, sono oggi venute meno, consentendo così a tali soggetti l'accesso al mercato iraniano (non più vietato né dall'Unione Europea né da Stati Uniti). Di contro, per le Us person, le sanzioni statunitensi non sono venute meno, continuando ad impedire pressoché qualsiasi relazione commerciale con l'Iran. Ancora vigente è il divieto, applicabile a persone fisiche e giuridiche statunitensi e non, di porre in essere operazioni in dollari statunitensi. Tali operazioni infatti, impongono il coinvolgimento di una controparte bancaria statunitense, che in quanto Us person, è ancora soggetta alle misure restrittive statunitensi che impediscono di intrattenere qualsiasi relazione con l'Iran.
Inoltre, sono ancora vietate (per i soggetti europei e statunitensi) le relazioni economiche di qualsiasi tipo con le persone fisiche e giuridiche inserite in determinati elenchi (blacklist), previsti sia dalle misure europee che da quelle statunitensi. Le blacklist sono state considerevolmente ridotte a seguito dell'Implementation Day, ma non eliminate del tutto. Continua perciò ad essere fondamentale il costante monitoraggio delle proprie controparti (nonché delle loro controllate, e dei principali partner commerciali delle stesse, ove possibile) al fine dei verificare che non rientrino in tali elenchi.
“La frammentazione e il disallineamento tra Europa e Stati Uniti renderà però più complesso garantire la compliance per le multinazionali, tenute al rispetto di entrambi i regimi”
Rispetto al passato quindi, in cui le misure europee e quelle statunitensi godevano di una certa omogeneità, ci si trova a fronteggiare una realtà più complessa, ricca di opportunità, ma anche di nuove sfide. La frammentazione e il disallineamento tra Europa e Stati Uniti renderà più complesso garantire la compliance per le multinazionali, tenute al rispetto di entrambi i regimi, oggi disomogenei.
Un altro fattore da considerare quando si investe in Paesi come l'Iran, è la costante evoluzione del sistema delle misure restrittive, sempre legato alla contingente situazione geopolitica. Recentemente, le misure sono state utilizzate con sempre maggiore frequenza quale strumento di politica estera. Mentre nel 2000 l'Unione Europea ha approvato circa venti Decisioni e Regolamenti relativi alle misure restrittive, negli ultimi anni tale numero è più che triplicato. Il Jcpoa prevede espressamente un meccanismo di risoluzione delle controversie tra le parti, congegnato per favorire il raggiungimento di una posizione comune tra Europa e Stati Uniti. Tuttavia, ciascuna parte dell'accordo può recedervi autonomamente, ove ritenga che un'altra parte non stia adempiendo, con effetti al momento imprevedibili sul sistema delle misure europee e statunitensi. Le sanzioni potrebbero essere totalmente o parzialmente reintrodotte da ciascuna parte, anche in forma e misura differenti rispetto al passato.
Dal 16 gennaio 2016, le “barriere” all'ingresso del mercato iraniano, perlomeno per i cittadini e le imprese europee, sono state quasi completamente rimosse. Tuttavia, le misure rimaste, e il pericolo – che non si può escludere – di un nuovo irrigidimento dei rapporti tra Unione Europea, Stati Uniti e Iran, impongono la massima diligenza a chi sceglie di investire in tale mercato e una costante verifica delle controparti e dell'impianto sanzionatorio in essere.
* Partner e Associate di Cleary Gottlieb
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