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Cfo, la difficoltà di accesso ai dati aziendali condiziona il business

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Cfo, la difficoltà di accesso ai dati aziendali condiziona il business

  • –di Gianni Rusconi

Per i professionisti del settore finance, l’essere entrati nell’era del digitale è sinonimo di un impegno ben preciso: ripensare le modalità di misurazione dello stato di salute delle proprie aziende, trasformando i propri ruoli e adottando nuovi Kpi (Key performance indicator) per meglio parametrare il valore delle risorse intangibili.

L’EVOLUZIONE DEGLI ASSET NELL’INDICE S&P 500
*a gennaio 2015 (Fonte: Ocean Tomo)

È il messaggio che emerge da una recente ricerca realizzata dall’inglese Cgma (Chartered Global Management Accountant) per conto di Oracle sul ruolo dei Chief Financial Officer nella regione Emea. Lo studio evidenzia in particolare una precisa criticità, e cioè il fatto che pochi tra i circa 370 manager intervistati affermano di avere accesso ai dati necessari a misurare e monitorare elementi fondamentali per il business quali il “sentiment” del consumatore e il brand.

Solo il 16% dei manager è in grado, infatti, di raggruppare e analizzare i dati che riguardano le “opinioni” dei clienti e un’identica percentuale ha accesso a informazioni che mostrano l’impatto del marchio sul fatturato. Eppure le risorse intangibili rappresentano l’80% del valore delle aziende che compongono l’indice S&P 500. Considerato che la digitalizzazione rende più difficile per le aziende differenziarsi e ottenere valore aggiunto, l’adozione di Kpi innovativi per misurare tali risorse assumerà quindi un’importanza sempre crescente.

Avendo una visione ampia dell’azienda e le competenze necessarie per interagire con diversi interlocutori, i Cfo sono quindi nella condizione (per lo meno teorica) di garantire che le imprese raggruppino, analizzino e utilizzino le informazioni al fine di migliorare le proprie performance e di diventare i veri driver di un modello più moderno di condurre il business. Sempre che, come ammoniscono gli esperti, si dimostrino capaci di estrarre i dati rilevanti dall’intera organizzazione.

Un’altra ricerca commissionata da Oracle a Loudhouse Research (lo studio «Modern Finance: Driving Transformation from Within», che ha censito 1.905 responsabili decisionali finanziari di vari Paesi, Italia compresa) ha confermato inoltre come lo stretto allineamento tra Cfo e Chief Information Officer sia essenziale affinché i responsabili finanziari possano aiutare efficacemente la propria azienda a centrare gli obiettivi di trasformazione.

“L’importanza del ruolo del Cfo deriva dalla capacità dei team di amministrazione e finanza di estrarre valore dai dati aziendali”

 

Mai come oggi la figura del Cfo, ne sono convinti il 36% dei manager intervistati, gioca un ruolo centrale del successo dell’azienda, e questa importanza deriva dalla capacità dei team di amministrazione e finanza di estrarre valore dai dati aziendali, la vera chiave per soddisfare le aspettative di Ceo e amministratori delegati. Fra gli indicatori emersi dall’indagine spiccano in particolare quelli che vedono il 55% dei manager oggetto di studio (il 45% a livello Emea) ammettere di trovarsi sotto una crescente pressione finalizzata all’aumento della produttività e il 48% confermare come la propria azienda stia attribuendo sempre più importanza alla crescita del business.

Lo spaccato italiano della ricerca, estratto dalle risposte di 250 manager, rivela come ben più della metà (60%) dei responsabili finanziari sia maggiormente preoccupato per l’impatto dei cambiamenti provenienti dall’esterno dell’azienda (temi macro-economici, crescente concorrenza ed aumento dei costi del business) rispetto a quelli riscontrabili internamente.

Se è appurato che i team finanziari necessitano di tecnologie in grado di allineare meglio le varie aree del business e a gestire meglio il rischio, anni e anni di personalizzazioni a livello di sistemi informativi hanno lasciato le aziende alle prese con sistemi legacy rigidi e involuti, ormai prossimi ai limiti delle loro capacità operative. E per questo difficilmente preparati a pilotare i cambiamenti in arrivo. Il 65% dei Cfo italiani conferma in tal senso di disporre di sistemi customizzati cresciuti di complessità nel tempo, mentre il 63% è convinto che questi sistemi non riusciranno a gestire le necessità delle rispettive aziende nel prossimo futuro.

Le soluzioni per ovviare a questi timori, auspicate da tre quarti dei manager interpellati, sono di fatto due. Un più stretto allineamento con i Cio e l’utilizzo di software finanziario in ambienti cloud, prassi quest’ultima ritenuta essenziale per poter raggiungere i fondamentali obiettivi di trasformazione digitale.

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