Management

Mitsubishi Heavy, il «fai da te» non basta. Cercansi…

  • Abbonati
  • Accedi
appunti da tokyo

Mitsubishi Heavy, il «fai da te» non basta. Cercansi ingegneri stranieri

TOKYO - Quando un’azienda affronta nuovi settori di business, si pone il problema di quanto far leva sulle risorse interne e quanto appoggiarsi a competenze esterne. Non c’è una ricetta assoluta, ma un colosso come Mitsubishi Heavy Industries sta imparando a sue spese che il riferirsi in modo eccessivo al «fai da te» può rivelarsi controproducente.

Negli ultimi anni ha fatto incursioni in due settori che stanno generando perdite consistenti a causa di vari problemi tecnici e manageriali che hanno portato a grandi ritardi nel realizzare i prodotti rispetto ai programmi iniziali. Il primo è stato quello della cantieristica per grandi navi da crociera: la decisione di far concorrenza a Fincantieri ha provocato un buco nei conti da 240 miliardi di yen, a causa di ritardi e quindi delle penali sulla consegna di due grandi navi. Qui la “ubris” (nell’antica Gracia il peccato di superbia) è stata nell’ottimismo con cui il management ha pensato di trasferire le competenze nella cantieristica per navi commerciali al settore delle crociere, ben diverso anche se si tratta pur sempre di navi. Mitsubishi Heavy ci ha pensato bene e per ora ha deciso di lasciar perdere del tutto: Fincantieri non avrà un nuovo concorrente.

Altri problemi sono sorti perché il gruppo si è messo alla testa del progetto di carattere “nazionale” di sbarcare nel settore dell’aviazione civile con un jet tutto nuovo e tutto giapponese. Il primo da mezzo secolo a questa parte. Il Mitsubishi Regional Jet, il cui progetto è stato lanciato nel 2008, doveva già essere pronto nel 2013. Ma è stato appena annunciato il quinto rinvio: la prima consegna al cliente Ana non potrà avvenire prima della metà del 2020 e non, come previsto finora, nel 2018. E non è detto che non salti anche l’anno delle Olimpiadi di Tokyo.

Il numero uno del colosso industriale nipponico, Shunichi Miyanaga, ha ammesso che il ritardo posporrà la redditivita' del progetto fino agli anni Trenta. Tra le misure che ha deciso - e non è un caso - c’è quella di assumere più ingegneri non giapponesi nello sviluppo: già quest’anno dovrebbero arrivare al 30% del totale rispetto a meno del 10% nel 2014. Ex dipendenti di Boeing e di altre società occidentali sono ricercati. Più in generale, Miyanaga ha ammesso l’errore di una forma mentis che ha cercato di sviluppare tutto con “expertise” interna.

Certo non si tratta di un caso unico. Basti pensare ai ritardi che la Boeing ha dovuto affrontare nel lancio del 787. L’innovazione, specialmente in aeronautica, è spesso a rischio di modifiche di design e di altre caratteristiche del velivolo, mentre nel settore delle crociere non si improvvisa la necessaria rete di fornitori specializzati. Per fortuna di MHI, il progetto nell’aviazione civile può godere del supporto governativo ed essere quindi gestito sul lungo termine. Anche se i clienti che hanno già ordinato circa 450 jet regionali Mitsubishi mordono il freno. A tutti gli effetti, cantieristica per crociere e aeronautica civile sono state figuracce per i top manager e dolori per gli azionisti.

© Riproduzione riservata