Management

Il «dress code» in azienda è in bilico tra lecito e…

  • Abbonati
  • Accedi
job24

Il «dress code» in azienda è in bilico tra lecito e discriminazione

Il caso più noto è quello di Nicola Thorpe: una receptionist inglese che, alla fine del 2015, si rifiutò di indossare scarpe con il tacco, come le imponeva l’azienda e venne licenziata. In tutto il Regno Unito – dove è in vigore dal 2010 la normativa antidiscriminatoria dell'Equality Act – ci furono raccolte di firme a sostegno di Nicole e anche petizioni al parlamento, che si pronuncerà in merito il 6 marzo prossimo.

Fino a quando l'obbligo di un «dress code» sul luogo di lavoro è lecito e quando invece può costituire una prassi discriminatoria o pericolosa per la sicurezza e il benessere del lavoratore oppure, come accade più spesso, della lavoratrice ? E che cosa succede nel resto d’Europa? È il tema della video intervista con Federica De Luca, ricercatrice di Adapt, online sul canale lavoro Job24.

Per il video clicca qui: Diritto del lavoro - Il «dress code» può essere discriminatorio? - Federica De Luca, ricercatrice Adapt

© Riproduzione riservata