Quasi cinquecento milioni. È questo il budget 2018 per la formazione continua delle aziende iscritte a sei dei più grandi fondi paritetici interprofessionali italiani. Si tratta di organismi di natura associativa - istituiti con la legge 388/2000 - sulla base di accordi interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali di datori di lavoro e lavoratori e finanziati attraverso il trasferimento di una parte del contributo obbligatorio per la disoccupazione versato all’Inps dalle aziende con dipendenti, pari allo 0,30% del salario lordo.
I trend dall’industria alle banche
Rispetto al passato, le esigenze espresse dalle parte sociali sul territorio trovano una rappresentazione plastica in avvisi tematici che guardano all’attualità del mondo del lavoro, comprese le politiche attive e il welfare aziendale.
Come nel caso di Fonarcom, fondo di riferimento dei lavoratori del terziario, artigianato, delle Pmi, con 165mila aziende iscritte e oltre un milione di lavoratori interessati secondo per dimensioni a livello nazionale. Tra gli avvisi attivati in via sperimentale, tutti a sportello, spiccano così quelli dedicati a piani formativi per i lavoratori che rientrano nel circuito attivo del lavoro e quelli che finanziano interventi formativi in materia di welfare, curati da docenti qualificati e professionisti. Tutto ciò mentre restano in piedi le risorse offerte dal conto formazione, destinato alle aziende aderenti che decidono di utilizzare in qualunque momento entro i limiti dell’80% quanto dalle stesse accantonato, e l’avviso generalista 2018 per le imprese che non dispongono di un conto formazione attivo.
Innovazione tecnologica, ambiente e competitività sono al centro dei tre avvisi attualmente aperti da Fondimpresa, il più grande dei fondi paritetici (la platea è di 187mila aziende e quasi 4,5 milioni di lavoratori del comparto industriale), con un budget stimato per attività formative sul 2018 di 265 milioni di euro.
Se da un lato le imprese iscritte possono attivare un proprio conto formazione dove accumulare i versamenti e poi utilizzarli per il training on the job senza particolari vincoli, dall’altro c’è la possibilità di partecipare agli avvisi, che attualmente mettono in palio quasi 100 milioni di euro. Dieci milioni, con stanziamenti suddivisi per macroaree, riguardano la formazione a sostegno delle nuove tecnologie di prodotto e di processo. Il tesoretto più consistente, 72 milioni di euro, punta dritto sui temi chiave per la competitività delle imprese: qualificazione dei processi e dei prodotti, innovazione dell’organizzazione, commercio elettronico, contratti di rete e internazionalizzazione. Mentre 15 milioni di euro sono indirizzati alla formazione legata alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
La principale novità prevista per quest’anno da For.Te. - fondo impegnato principalmente nel settore commercio, turismo, servizi, logistica, spedizioni e trasporto e che dal 2005 ad oggi ha erogato risorse per oltre mezzo miliardo - è la predisposizione di due avvisi speciali destinati uno all’innovazione tecnologica, di prodotto e di processo nelle aziende e, l’altro, al settore socio-sanitario.
I due avvisi di For.Te, che coinvolge 126mila aziende e 1,2 milioni di lavoratori, si aggiungono a quelli generalisti che mirano alla formazione “su misura” in base ai fabbisogni specifici di aziende e lavoratori e all’avviso voucher destinato in particolare alle micro e piccole imprese. Per pubblicizzare le proprie iniziative, sostenute da un budget di 82 milioni, For.Te. ha previsto un roadshow con appuntamenti a Firenze (26 giugno), Palermo (5 luglio), Torino (18 settembre), Cagliari (11 ottobre), Bari (16 ottobre) e Roma (20 novembre). Focalizzato invece su banche e assicurazioni è il Fondo Fba (riguarda 854 aziende e oltre 363mila lavoratori), che quest’anno dovrebbe assegnare oltre 60 milioni, con un occhio di riguardo anche per le imprese più piccole, alle quali è riservato un avviso di 10 milioni che rimarrà aperto fino al 31 dicembre.
Proposte a misura di dirigente
Spostando il focus sulla formazione dei profili manageriali i riflettori si accendono su Fondirigenti e Fondir. Il primo, che ha una platea di 14mila aziende e 78mila dirigenti, ha fatto da apripista negli investimenti sulle competenze per Industria 4.0 con oltre 54 milioni di euro nel biennio 2016/2017. Per il 2018 sono previsti 22 milioni di euro di finanziamenti ai piani formativi. Tra gli altri, ci sono investimenti sul trasferimento di esperienze e buone pratiche dalle grandi aziende alle piccole e medie imprese e sul reverse mentoring, per avvicinare i giovani alla professione manageriale attraverso la promozione di occasioni di scambio di competenze con i dirigenti.
Pronto a mettere in ballo 12 milioni a partire da luglio è Fondir (fondo a cui sono iscritte 6mila imprese con 30mila dirigenti), il quale finanza la formazione continua per i manager di aziende del settore commercio, servizi e turismo. Le nuove risorse messe a disposizione con bando a sportello, suddivise per comparti, lasciando libere le aziende di presentare piani di formazione tarati sulle loro esigenze. Rispetto alla annualità 2017 nella nuova programmazione saranno introdotti importanti elementi di semplificazione sia in fase di presentazione, sia di rendicontazione.
Le aziende iscritte potranno prendere parte anche a iniziative formative presenti sulla Bacheca Fondir con proposte da Università, Enti di formazione e Business School. Numerose le possibilità di scelta, che spaziano dalla formazione one-to-one ai seminari, dai workshop ai percorsi di alta e formazione e master, con dote complessiva di 7,5 milioni.
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