Secondo le stime di Gartner entro i prossimi quattro anni un quarto dei lavoratori utilizzerà almeno una app per le risorse umane; anche se, avvertono i ricercatori, il rischio è al momento rappresentato dalla frammentazione all’interno delle aziende, con le singole divisioni che procedono in modo autonomo all’acquisto di piattaforme differenti tra loro. I grandi interlocutori istituzionali, come le scuole di Business, grazie alla loro maggiore visibilità rispetto ai piccoli hanno quindi un’ottima opportunità per diventare protagonisti anche di questo nuovo mercato. Che sta evolvendo rapidamente: vediamo come.
Il direttore del programma sanitario della catena internazionale di grandi magazzini Auchan, Emmanuel Le Bouille, aveva messo in programma di offrire a tutti i dipendenti un corso sanitario e per il benessere. Non poche persone: 260mila, sparse in 12 Paesi diversi. Ma si era rapidamente convinto che l’approccio tradizionale, con i corsi in aula, avrebbe richiesto almeno quattro anni di tempo. Un periodo troppo lungo per essere accettabile.
La sua decisione fu quella di rivolgersi a Coorpacademy, una start up svizzera in grado di fornire corsi di formazione scaricabili
attraverso app dedicate. Il risultato fu che oltre la metà dei dipendenti di Auchan completarono il corso nei primi tre mesi
dopo l’avvio del programma. Certo, qualche problema è stato inevitabile, per esempio a causa dell’impossibilità di avere l’app
per Android necessaria per aggirare il veto cinese su Google e Google Play App. Ma calcolando il costo effettivemente sostenuto,
intorno ai due euro a dipendente, il programma può comunque essere definito un grande successo, visto che il costo in aula
sarebbe stato dieci volte più alto.
Il caso Coorpacademy-Auchan testimonia come un numero crescente di aziende hi-tech, molto spesso start up, stiano guardando con attenzione al ricco mercato (stimato oltre i 350 miliardi di dollari) della formazione per le grandi aziende internazionali, che devono fornire (con costi altissimi) piani ad hoc per tutti i dipendenti, e in tutte le sedi sparse nel mondo. In Coorpacademy, l’obiettivo dichiarato dopo cinque anni di attività è quello di diventare una specie di Netflix della formazione. Già oggi offre circa 800mila soluzioni diverse, in 19 lingue, con programmi di gamification che stimolano i singoli utenti a completare il percorso formativo in modo migliore e in tempi più rapidi.
La start up svizzera offre inoltre alle aziende clienti una formula di revenue-sharing, con la possibilità di inserire nelle app i programmi di formazione customizzati, che a quel punto possono diventare disponibili per tutto il mercato. In pratica, Coorpacademy genera una App su misura per un cliente, ma il corso realizzato per quel cliente può diventare un corso vendibile in tutto il mondo a chiunque abbia le stesse problematiche di formazione.
Un altro protagonista del settore della formazione via app è SmartUp, una società con sede a Londra (e oltre 35mila utenti paganti al mese) che sfrutta le modalità di apprendimento «peer-to-peer» per consentire agli utenti di mettere alla prova le proprie capacità confrontandole con quelle di altri. I punti forza di SmartUp sono la semplicità e flessibilità dei programmi su smartphone, che consentono un fortissimo risparmio rispetto alla formazione in aula e permettono a chi inizia il percorso formativo di apprendere grazie al confronto con altri colleghi che hanno già maturato conoscenza più approfondite.
Insomma, un mercato in forte crescita e con molti nuovi attori che tuttavia, come ha ricordato Gartner, non potrà non far gola agli attuali protagonisti del settore. E questi, grazie alla notorietà già acquisita, potranno godere di un notevole vantaggio competitivo qualora decidessero di entrare in forza anche nel nuovo mercato.
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