Se il “premio” in palio è tutt’altro che un gioco, visto che stiamo parlando di un posto di lavoro, il recruting game sta diventando in alcune grandi aziende un vero e proprio strumento per reclutare i giovani e inserirli poi in un percorso di carriera ben definito. Il gruppo Intesa Sanpaolo, come ci spiega Roberto Cascella, responsabile direzione People Management & HR Transformation, da un paio di anni, dapprima in maniera spot e a poco a poco con una cadenza pressoché mensile, dà appuntamento «a giovani laureati in Economia e giurisprudenza con un evento che si chiama Make it real. È un format che abbiamo utilizzato dapprima per i profili più complicati, ma poi è diventata una modalità per fare un vero e proprio screening delle persone». Nei diversi appuntamenti che si sono svolti tra Milano, Torino, Roma e Napoli i ragazzi hanno affrontato «business case nel corso di una giornata di concept il cui obiettivo era quello di far emergere sia le loro competenze tecniche che le loro soft skills, lavorando fianco a fianco con un manager del gruppo», dice Cascella.
I partecipanti possono quindi far emergere le loro abilità e la loro prerpazione attraverso simulazioni e business case con la supervisione di valutatori e giudici tecnici che a fine giornata decretano i vincitori. A differenza di altre forme di recruiting, questa consente di «far vivere ai ragazzi un’esperienza con cui possono toccare con mano una giornata tipo in banca, vedendo come funziona e come si organizza realmente il lavoro», continua il manager. I ragazzi che sono stati selezionati attraverso Make it real vengono poi inseriti in azienda attraverso i cosiddetti contratti misti.
Dei 300 contratti misti che sono stati fatti dal gruppo, 170 sono stati fatti a laureati selezionati proprio attraverso Make it real. La scrematura dei talenti non è semplice. Dopo la giornata-evento e la soluzione del business case in azienda, «ai 25 migliori ragazzi su 100 viene proposto uno stage, al termine del quale li aspetta l’esame per diventare promotori finanziari - continua Cascella -. Una volta superato l’esame entrano in azienda con il contratto misto». Questo tipo di contratto, applicato da Intesa Sanpaolo nell’ambito della Banca dei Territori, la Divisione Retail del Gruppo, coniuga in capo alla stessa persona un rapporto di lavoro subordinato part time a tempo indeterminato con un parallelo, contestuale e distinto contratto di lavoro autonomo di consulente finanziario.
« Quella che all’inizio era una sperimentazione - osserva Cascella - è oggi diventata una modalità stabile e costante di recruiting e aiuta ad attirare quei profili piùù digitali che oggi sono i più difficili da trovare». Dei 170 talenti il 70% è al Sud e per il gruppo il recruiting al Sud è una scelta precisa per offrire ai ragazzi una reale prospettiva professionale nel gruppo. «Intesa Sanpaolo ha fortemente deciso di investire su giovani e Meridione - spiega Cascella - confermando l’impegno a svolgere programmi di crescita economica e di sviluppo sociale. Queste selezioni sono un segno concreto di questa volontà e continueranno anche nel 2019».
© Riproduzione riservata