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Il 90% di Roberto Cavalli passa al fondo Clessidra

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Il 90% di Roberto Cavalli passa al fondo Clessidra

L’uscita in passerella più frettolosa del solito di Roberto ed Eva Cavalli, sabato a Milano, è stata davvero l’ultima. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, la cessione del 90% della maison fiorentina a Clessidra è già stata firmata la scorsa settimana, anche se l’annuncio arriverà la prossima e il closing sarà in aprile. Il fondo guidato da Claudio Sposito ha riconosciuto un enterprise value di poco inferiore ai 400 milioni, con un alto multiplo di 16 volte se fosse riferito all’Ebitda 2014, ma evidentemente calcolato sulle stime 2015.

Del resto, lo stesso Cavalli, a margine della sfilata della collezione autunno-inverno 2015-16, a chi gli domandava che effetto gli facesse vendere l’azienda, dopo le vicissitudini con potenziali compratori russi svaniti nel nulla, ha risposto: «Ancora non lo so, ma spero di potermi riposare. Certo non mi ritiro: sono un vulcano».

Nel ruolo di direttore creativo Clessidra, che nominerà il vicepresidente Francesco Trapani presidente della maison, sembra avere scelto Peter Dundas, l’attuale stilista di Pucci. Che ieri mattina, nell’anteprima con la stampa della sfilata della tarda serata, non ha voluto fare dichiarazioni in merito, ma ha presentato una collezione di ben 72 uscite: quasi una sfilata di addio al brand fiorentino controllato dal colosso Lvmh. Dundas, norvegese trapiantato in Italia da anni, ha già lavorato in passato nell’ufficio stile della Cavalli, a strettissimo contatto con Eva, per la quale non sembra esserci un ruolo nel futuro.

Insomma, passa di mano ma resta italiano uno dei marchi più celebri della moda. E potrebbe non essere l’ultimo in questo 2015, visto che di dossier aperti ce ne sono parecchi. Da un lato, le aziende storiche, nate nel primo dopoguerra, nelle quali il passaggio generazionale si è completato a metà e che non hanno bisogno tanto di risorse finanziarie quanto, piuttosto, di irrobustire la struttura manageriale; dall’altro lato, i giovani talenti - anche se in Italia si definiscono tali le persone già vicine ai 40 anni - che avrebbero bisogno di un supporto a tutto campo per sbarcare a pieno titolo in un’arena competitiva dominata dai big del lusso.

In questi giorni di Milano moda donna, che chiuderà lunedì con la sfilata di Giorgio Armani, banchieri e avvocati d’affari si notano immediatamente per i completi gessati con cravatta che spiccano nel colorato e bizzarro popolo fashion. E se il Dna del prodotto conta quasi più della bottom line, altre sorprese potrebbero essere imminenti.

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