Moda24

Per Milano le sfilate della svolta. Capasa: «Rispetto a un anno fa…

  • Abbonati
  • Accedi
abbigliamento donna

Per Milano le sfilate della svolta. Capasa: «Rispetto a un anno fa il 25% di eventi in più»

Da domani Milano sarà per sei giorni la capitale globale della moda donna, anche se già da qualche giorno giornalisti e buyer da tutto il mondo hanno iniziato ad affollare la città per completare gli acquisti delle collezioni per la primavera-estate 2016. Molti di loro sono arrivati direttamente da New York, che tradizionalmente ospita la prima delle fashion week di ogni stagione, seguita da Londra (che resta però marginale in termini di business ) e poi da Parigi, eterna rivale di Milano nel pret-à-porter.
Secondo il presidente della Camera della moda Carlo Capasa, in carica da pochi mesi, la settimana parte sotto i migliori auspici e potrebbe essere quella della svolta, dopo anni in cui Milano, complice la crisi economica globale, aveva patito più che in passato la concorrenza di New York e Parigi, scontando la storica difficoltà italiana di fare sistema. «Rispetto all'edizione del settembre 2014 sfilate, presentazioni in showroom ed eventi sono aumentati del 24%, passando da 137 a 170 – sottolinea Capasa –. Ma c'è molto di più: abbiamo rafforzato il parco degli sponsor e stretto importanti accordi con istituzioni private del nostro settore e non, a partire da UniCredit. Oltre a diventare official sponsor della Camera per i prossimi quattro anni, la banca darà un importante contributo per i giovani stilisti».
Da domani infatti l'UniCredit Pavillon accoglierà il Fashion Hub Market, uno showroom temporaneo di 17 brand emergenti. L'istituto inoltre supporterà giovani stilisti attraverso l'UniCredit Start Lab, un acceleratore di imprese che metterà in contatto le start up con aziende più grandi della filiera e con possibili investitori, fornendo inoltre consulenza manageriale agli aspiranti designer-imprenditori.

«Nel 2014 il fatturato dell'industria italiana della moda, comprensiva di tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria, calzature, ha superato i 61 miliardi di euro, crescendo del 3% rispetto al 2013 – ricorda Capasa –. Per il 2015 si prevede un'ulteriore crescita del 7% a circa 65 miliardi di euro, una stima che potrebbe cambiare, ma non di molto, a causa del rallentamento cinese e della perdurante crisi della Russia. Metà del fatturato complessivo dell'industria è realizzato direttamente dai nostri associati che, sommando l'indotto (25%),rappresentano il 75% del fatturato dell'intero sistema moda». Proprio per ripristinare i rapporti commerciali pre-crisi con la Russia, la Camera della moda di Capasa ha caldeggiato un altro importante accordo tra Sistema moda Italia (Smi), associazione di Confindustria che rappresenta in modo ancora più completo la filiera, l'Ice e il ministero dello Sviluppo economico (si veda anche Moda24 del 18 settembre).
Grazie al Progetto speciale Russia, finanziato con un milione di euro, arriveranno a Milano oltre 100 buyer della Federazione: secondo gli ultimi dati di Smi, nei primi sei mesi del 2015 le esportazioni di tessile-abbigliamento verso la Russia sono calate del 31,8%, scendendo a 422,8 milioni di euro. Ma i vertici di Smi e il presidente della Camera della moda prevedono che il trend potrebbe presto invertirsi, probabilmente a partire dal 2016.

Novità pure nella collaborazione con altre associazioni del settore e con le fiere della moda che si tengono a Milano: in occasione di MilanoUnica, il salone del tessile di alta gamma, l'11 settembre, grazie alla collaborazione con l'Associazione Monte Napoleone, la più importante strada del lusso italiana ha ospitato una sfilata, la prima della sua storia.
Quanto alle istituzioni, la giunta Pisapia e l'assessore alla Moda Tajani hanno sicuramente mostrato grande disponibilità nell'offrire supporto logistico e location d'eccezione, come Palazzo Reale. Ma rispetto a New York e Parigi manca l'impegno economico: in marzo il sindaco di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato che da qui al 2020 stanzierà 57 milioni per il sistema moda della città. mentre a New York il 15 settembre la senatrice Carolyn Maloney ha annunciato fondi straordinari per un'industria che, nella sola Big Apple, genera un indotto di 900 milioni di dollari e per la quale in febbraio il sindaco Bill De Blasio aveva annunciato stanziamenti di 15 milioni.

© Riproduzione riservata