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Moda uomo sempre più «fashion», sarà l’India la star globale nel 2020 (dopo gli Usa)

(Afp)
(Afp)

Sportswear, Internet, wearable tech: saranno queste le parole chiave dell’abbigliamento maschile (ma non solo) del prossimo futuro. A sceglierle è il report “Apparel and Footwear in 2016: Trends, development and prospects” di Euromonitor, che fa il punto su mercati e tendenze globali dell’abbigliamento e delle calzature e dal quale, nei giorni della moda uomo, abbiamo estratto un focus sull’abbigliamento maschile.

«Il womenswear ha generato il 48% delle vendite di moda nel 2015, rispetto al 31% del menswear - spiega Bernadette Kissane, analista dei settori abbigliamento e calzature di Euromonitor -, ma la moda uomo ha leggermente superato quella femminile in termini di crescita. Un aumento che trova conferma dal moltiplicarsi di brand nel segmento: dal fast fashion ai marchi premium fino al lusso accessibile, mai come ora la gamma del menswear è stata così ampia - prosegue l’analista -. Le quattro capitali mondiali della moda oggi hanno tutte una fashion week maschile, e il trend emergente di far sfilare uomo e donna insieme sembra confermare che il menswear sta vivendo un’evoluzione “fashion”».

Nel 2016 si stima che le vendite globali del menswear arriveranno a 417,2 miliardi di dollari, in aumento del 9,5% rispetto al 2010, rispetto ai 638,8 del womenwear, che ha registrato all’incirca la stessa crescita. Primo mercato sono gli Stati Uniti, con 87 miliardi (+7% rispetto a sei anni fa), seguiti da Cina (81 miliardi, +27,6%), India (22,1, ma con la crescita più alta, +33%), poi Germania, Giappone e Gran Bretagna, piuttosto stabili, mentre Francia e Italia hanno avuto i cali più vistosi: secondo il report, la prima nel 2016 venderà per 11,1 miliardi (-7,6%) mentre l’Italia per 10,5, ma in calo di ben il 27,7% rispetto al 2010. «L’Italia ha sofferto anni di calo del Pil - si legge nel report - e dunque di vendite, ma a partire dal 2016-17 la situazione migliorerà, con una ripresa del mercato».

Nel 2020, anche se gli Stati Uniti resteranno il primo mercato, la star globale sarà l’India, (che quest’anno si prevede sostituirà l’Italia al sesto posto della classifica delle vendite moda globali), uno dei pochi mercati dove il menswear ha un giro d’affari maggiore del womenswear e dove si stanno apprezzando i risultati di una politica di attrazione degli investimenti stranieri da parte del governo, che nel 2015 ha fatto sbarcare nel Paese i primi negozi di H&M e Gap. L’Europa Occidentale proseguirà la sua stagnazione e più che mercato di vendite sarà un hub creativo e di ispirazione globale, mentre brilleranno America Latina, Medio Oriente e Africa, trainati dalle nuove generazioni sempre più attratte dalla moda.

Generazioni “digitali” che stanno alimentando il fiorente segmento dello sportswear, in costante crescita, e alla ricerca di prodotti che abbiano un adeguato rapporto qualità-prezzo: sono questi gli ingredienti che daranno vita alla moda del futuro, ma che stanno foraggiando anche quella del presente, dal momento che la classifica delle prime aziende e marchi per vendite nel menswear vede in testa la Pvh Corp (gruppo statunitense che controlla Calvin Klein e Tommy Hilfiger), Nike, H&M, Adidas, Inditex, Levi Strauss e Vf Corp, che ha nel suo portfolio brand dell’athleisure come Eastpack, Napapijiri e The North Face. E non dimentichiamo la tecnologia: «La fusione di moda e tecnologia potrebbe favorire ancor di più lo sportswear, dando vita a una potenziale minaccia per l’abbigliamento e le calzature generiche».

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