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Versace, chi è lo stilista-imprenditore Michael Kors

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Versace, chi è lo stilista-imprenditore Michael Kors

Chi è Michael Kors, lo stilista-imprenditore dietro all'azienda americana che si è comprata Versace? In Italia, il nome di Michael Kors era relativamente poco conosciuto fino a pochi anni fa, poi le sue borse sono diventate un best seller, in Italia e in tutta Europa. Il segreto? Costano tra i 200 e i 400 euro ma si acquistano in negozi che paiono quelli delle maison del lusso.

Non sono particolarmente originali nelle forme o nelle decorazioni (i più maligni hanno sempre accusato Michael Kors di “ispirarsi” un po' troppo ad altri brand), ma sono protagoniste di campagne pubblicitarie molto glamour. Si chiama “lusso accessibile” o “aspirazionale” ed è quello che ha fatto il successo del brand e del suo fondatore e direttore creativo, Michael Kors, appunto. Negli Stati Uniti è una star, appartiene alla generazione subito successiva a Ralph Lauren e Calvin Klein ed è venuto prima di Marc Jacobs.

A differenza di quest'ultimo, che per quasi 20 anni ha fatto il direttore creativo della donna di Louis Vuitton, oltre a disegnare il marchio che porta il suo nome, Michael Kors, 59 anni, dal 2003 ha sviluppato solo il suo brand, che si è quotato in Borsa, e dal 2017 ha iniziato una politica di shopping, forte di ricavi che nel 2018 potrebbero arrivare a 4,5 miliardi di dollari. Nel novembre dello scorso anno ha completato l'acquisizione della maggioranza di Jimmy Choo, azienda di calzature di lusso rese famose da Sex and the City e pagata 1,2 miliardi di dollari cash. A vendere fu Jab Holdings, che ha ancora in portafoglio marchi come Bally (accessori), mentre di altri (Derek Lam, Zagliani e Solange Azagury-Partridge per i gioielli) si era già disfatta. Come dire, per un gruppo del lusso che nasce, un altro si dissolve.

Negli Stati Uniti sembra avere ambizioni simili a Michael Kors Coach, anch'esso posizionato nel lusso accessibile. Nel 2017 il brand di borse, scarpe e abbigliamento ha acquisito Kate Spade per circa 2,4 miliardi di dollari, mentre nel 2015 aveva comprato Stuart Weitzman (scarpe di lusso). Ora il gruppo si chiama Tapestry (arazzo, letteralmente), ma i tre marchi Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman (con negozi firmati dall'archistar Zaha Hadid, uno è nel quadrilatero della moda di Milano) continuano a esistere.

Sarà interessante vedere cosa farà Michael Kors, che diventa, proprio come Tapestry, un “player misto”: Versace ha al momento il posizionamento più alto e con la più alta componente di abbigliamento, mentre Michael Kors offre un total look (ma vende soprattutto borse) ed è nella fascia “premium”. Stuart Weitzman non è costoso come Jimmy Choo, non si allontana però dalla fascia di lusso “puro”.

Michael Kors è americano ma con un'anima stilistica europea: il suo primo incarico importante fu da Céline, simbolo dello stile francese (parte del gruppo Lvmh). Pioniere dello sviluppo retail, ha quasi 800 negozi nel mondo e, pur non essendo un nativo digitale né un Millennial, ha abbracciato con entusiasmo la rivoluzione digitale. Puntando sull'e-commerce ma soprattutto su social media, dirette streaming e offerte speciali online. A suo modo, come tutti gli stilisti, è una prima donna. E non è scontata una serena convivenza con Donatella Versace, che continuerà ad avere un ruolo creativo nella “Versace americana”. Kors però è un uomo solare, che ama il teatro (dice che avrebbe voluto fare l'attore o il regista) e il nostro Paese. Forse l'alchimia si troverà.

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