Cercare un capo d’abbigliamento online come si cerca un’informazione su Google o una canzone su Spotify, cercando di orientarsi tra milioni di informazioni ( e prodotti) che, anche in materia di shopping online, la Rete ci offre. L’operazione sopra descritta oggi è possibile grazie alla piattaforma Lyst, nata nel 2010 nel Regno Unito e, dopo il boom registrato negli Usa, arrivata in Italia da poco.
«L’Italia è un mercato con una forte e radicata cultura della moda. Per noi il debutto in questo Paese è una sfida, ma anche un modo per imparare da una clientela che cerca brand e prodotti nuovi e sofisticati sia sul piano creativo sia della qualità. Gli italiani sono sempre stati particolarmente attivi anche sulla piattaforma “originale”: al terzo posto tra i Paesi di lingua non inglese e all’ottavo a livello complessivo. Da qui l’idea di lanciare la piattaforma Lyst.it»: a raccontare l’avventura di Lyst in Italia al Sole 24 Ore è Chris Morton, fondatore e ceo della piattaforma che, ad oggi, a livello globale aggrega l’offerta di 830 e-store internazionali (come Yoox, Mytheresa, Luisaviaroma, Amazon, ma anche i flagship online dei brand) per un totale di 5milioni di prodotti e 12mila brand. Il sito italiano, invece, dà accesso a 675mila prodotti e 2.165 marchi rappresentati. E rappresenta, dunque, un mega shopping mall virtuale capace di dare risposte alle domande sui prodotti (anche in termini di informazioni e prezzi, riportati nelle schede-prodotto).
L’azienda, che ha chiuso l’anno fiscale 2017 il 31 marzo scorso con ricavi netti per 21 milioni di dollari, ma ha generato vendite lorde per 325 milioni e registrato 70 milioni di consumatori, è di fatto una realtà tecnologica che fa leva su una combinazione tra intelligenza artificiale e machine learning, con un business model molto snello che non comprende magazzino, ma incassa una percentuale su ogni acquisto, sulla base dell’accordo fatto con il brand o il negozio virtuale che lo vende. Un business model che è piaciuto agli investitori: nel maggio 2018 ha raccolto un importante investimento da Lvmh (il chief digital officer del gruppo del lusso francese, Ian Rogers, sempre da quest’anno siede nel board dell’azienda). Il finanziamento, che Business of Fashion ha stimato in poco meno di 30 milioni di dollari, servirà sia a promuovere l’espansione sia a rendere sempre più innovativa l’esperienza di ricerca fashion.
Le modalità di approccio sono diverse a seconda del cliente, che su Lyst, nel 75% dei casi, è una donna, in una fascia d’età
compresa tra i 20 e i 45 anni : «C’è chi arriva su Lyst sapendo già perfettamente cosa vuole - spiega Morton - e chi, invece,
è a caccia di ispirazione e quindi non cerca un prodotto preciso, ma naviga attraverso categorie trasversali». Nella top
5 per numero di ordini in Italia, oggi, conta, nell’ordine: Isabel Marant, Off-White c/o Virgil Abloh, Balenciaga, Saint Laurent
e Valentino; per quanto riguarda, invece, i prodotti più ordinati, a guidare la classifica sono le sneaker, seguite da T-shirt,
stivali, abiti e giacche.
I mercati di riferimento di Lyst sono Usa e UK: «Oggi ci concentriamo sull’Europa - continua Morton -; oltre a quella italiana, abbiamo lanciato da poco la versione francese del sito che ha avuto un inizio “forte”. Successivamente guarderemo al Far East», chiosa il ceo.
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