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Sardegna, qui è festa (di nozze) nell’anno color corallo

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Sardegna, qui è festa (di nozze) nell’anno color corallo

Il colore dell’anno è il rosso corallo (living coral secondo Pantone). La location quella del mare, meglio se esclusiva. L’ideale è una spiaggia con sabbia finissima e mare cristallino. Ancora meglio se il “sì” viene pronunciato a picco sul mare e con vista mozzafiato perché il giorno “più bello” dev’essere indimenticabile.

E a regalare emozioni non deve essere solo il rito civile che suggella l’unione dei due sposi, ma anche lo scenario che incornicia la festa. Parola d’ordine perfezione e cura dei dettagli: dai decori dei biscotti ai calici, dal catering al trucco. Eppoi l’intrattenimento e il programma per gli ospiti che arrivano da fuori: il matrimonio non è solo un evento ma una “festa di nozze”.

C’è chi davvero non bada a spese. Soprattutto gli stranieri che arrivano qui dagli Stati Uniti o dal Giappone, guardando immagini e video di Costa Smeralda, Alghero, Santa Margherita, Chia o Villasimius. Si possono fare i conti: nel 2017 nozze e indotto hanno portato nell’isola, nel complesso, 80 milioni di euro per 150 coppie con relativi ospiti, coinvolgendo soprattutto ristoratori e hotel.

È un bel lavoro per il wedding planner, il professionista che si occupa di tutto il programma con costi che variano dai 15mila euro per un matrimonio locale a 50mila per uno con sposi e una trentina di ospiti stranieri. «Questo è l’anno del rosso corallo – chiarisce Paola Repetto Consoli di Wedding Planner & Designer, che è anche l’ideatrice di “Inventa le tue nozze”, laboratorio regionale del wedding in Sardegna, giunto alla sua quarta edizione –, colore vivace e dall’impatto forte. InSardegna c’è la possibilità di allestire ambienti marini con colori simili al corallo, perché gli aspiranti sposi vogliono il mare e la spiaggia. Diciamo pure che chi arriva qui a sposarsi cerca e preferisce la costa».

C’è chi chiede palazzi storici o sale con affreschi importanti, ma nella maggior parte dei casi si preferisce l’eccezione: «Uno scenario diverso e originale». Capita così che ci si possa unire in matrimonio dove ci sono millenni di storia, come nei nuraghi.

Non a caso, da qualche anno, i Comuni hanno autorizzato la celebrazione nei monumenti che raccontano la storia millenaria della Sardegna: da Nuraghe Losa, nella Sardegna centrale nel Comune di Abbasanta, al nuraghe con vista mare di Seruci o a Sirai nel Comune di Carbonia.

E poi le foreste e i boschi, come la foresta di Oliena scelta da una giovane coppia straniera per celebrare le nozze. Ma a suscitare l’attenzione degli aspiranti sposi sono comunque le coste. Il lungomare Poetto di Cagliari (la spiaggia dei centomila) conta 11 spazi in cui ci si può sposare. Ad Arbus, paese del Medio Campidano noto per le dune di Piscinas e la vecchia miniera di Ingurtosu, ci si può sposare in 7 luoghi fuori dal palazzo civico, tra scenari naturali in cui il tempo pare essersi fermato e archeologia industriale in stile liberty.

Eccezionalità e singolarità come a Porto Flavia, nella ex galleria a picco sul mare (nella miniera dismessa di Masua nel Sulcis). Il cunicolo scavato agli inizi del 1900 dai minatori seguendo un progetto di ingegneria all’avanguardia è oggi meta turistica ambita. Si cammina in galleria e si arriva in una piattaforma a picco sul mare davanti al faraglione naturale di Pan di Zucchero. «Gli sposi chiedono originalità e scenari fuori dal comune – chiarisce Francesca Pittau, wedding planner e organizzatrice del primo matrimonio proprio a Porto Flavia – e questo scenario, per cui ci sono altre richieste, soprattutto da sposi stranieri, si presta a offrire il mare ma in un contesto davvero originale». Ad Alghero, nella Sardegna nord occidentale, dopo le spiagge di Cala Bona e Porto Conte e i nuraghi vicini, si guarda alle grotte di Nettuno: «Ci sono state numerose richieste soprattutto da stranieri – dice il sindaco Mario Bruno – e ci stiamo attivando per far sì che a breve le nozze possano essere celebrate proprio in questo scenario naturalistico».

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