
Atene ha bisogno di tempo per ridurre il peso dell'austerità su pensionati e dipendenti e sostituirla con entrate provenienti dalla lotta agli “oligarchi”. Il nuovo ministro anti-corruzione della Grecia, Panagiotis Nikoloudis, non è un politico, ma è la punta di diamante della nuova crociata di Syriza.
L'attenzione internazionale sulla Grecia è oggi tutta concentrata sulla lotta che il governo di sinistra radicale sta facendo al pacchetto di austerità imposto dai creditori internazionali in cambio dei crediti ma il vero fronte è tutto interno, una partita politica che rischia di ribaltare vecchi equilibri immutati dal tempo della dittatura dei colonnelli (1967-1974).
Panagiotis Nikoloudis, 65 anni, è un procuratore della Corte suprema e specialista di criminalità economica, ed l'uomo che sta conducendo un'altra guerra dichiarata in Parlamento da Syriza: questo sul fronte interno, contro alcuni degli uomini più potenti del paese che dominano la vita politica ed economica della Grecia, è importante al pari di quella europea per i destini del paese. Parlando al Parlamento la scorsa settimana, Nikoloudis ha denunciato una élite che comprende una “manciata di famiglie che pensano che lo Stato esiste solo per servire i propri interessi.” Parole dure.
Questi business men influenzano i politici e funzionari statali o utilizzano i loro media per vincere senza averne diritto importanti contratti pubblici, modificare regolamenti a loro vantaggio o sottrarsi a procedimenti penali per comportamenti illeciti, dicono a Syriza.
Il primo ministro Alex Tsipras ha annunciato misure radicali volte contro quelli che lui chiama gli “oligarchi”, parola greca che significa “potere di pochi”, in contrasto con la democrazia, altra parola greca che significa “potere del popolo”. Tispras ha preso di mira le licenze dei canali televisivi privati praticamente oggi concesse gratuitamente, i prestiti bancari concessi solo ai soliti noti. Tsipras ha detto che d'ora in avanti il governo eserciterà il diritto di voto in caso di partecipazioni di maggioranza in banche private, si andrà a verificare la correttezza di alcune privatizzazioni e si faranno verifiche fiscali aggressive sui conti bancari off-shore.
“Abbiamo preso la decisione di scontrarci con un regime di potere politico ed economico che ha fatto precipitare il nostro paese nella crisi ed è responsabile degli debiti della Grecia a livello internazionale”, ha detto Tsipras in Parlamento la scorsa settimana.
Parole? Retorica post-vittoria elettorale? Possibile, ma il ministro delle finanze Yanis Varoufakis è stato altrettanto diretto, dichiarando che il suo governo “distruggerà l'oligarchia”, al fine di aumentare il gettito fiscale, l'apertura dei mercati e stimolare la crescita economica. Finora, nessun nome specifico è stato fatto e nessuno dei principali imprenditori della Grecia ha commentato pubblicamente le frasi del governo.
Ma sotto esame sono finite la privatizzazione della lotteria nazionale e la vendita del 67% delle quote dei principali porti greci.
Il ministro dell'Energia e membro del partito di Syriza, Panagiotis Lafazanis, esponente dell'ala sinistra del partito, ha detto al Parlamento la scorsa settimana che il governo avrebbe cancellato “l'acquisto scandaloso” del vecchio aeroporto di Atene, Hellenikon, fatto dalla Lamda Development, società controllata dalla famiglia del più ricco uomo d'affari della Grecia, Spiros Latsis. Latsis non è stato personalmente criticato da Syriza né ha voluto rispondere a una domanda di chiarimenti inviagli dalla agenzia Reuters.
Lamda ha risposto con una dichiarazione la scorsa settimana lamentando “il messaggio scoraggiante nel lungo termine agli investitori internazionali privati di cui il nostro paese ha disperatamente bisogno”.
Il businessman Yannis Vardinoyannis, la cui famiglia ha interessi nella raffinazione del petrolio, il trasporto e i media, ha detto in una dichiarazione alla Reuters che Tsipras ha posto all'attenzione un elemento importante quando ha attaccato “un certo regime che ha svolto un ruolo significativo nell'influenzare negativamente il business greco”, e che la “lotta contro le pratiche di corruzione sarebbe un bene per la crescita economica e la fiducia delle imprese”.
Vardinoyannis ha anche precisato però che «possedere e gestire un'organizzazione di successo a livello globale non significa essere un “oligarca”». «Abbiamo fiducia nel nostro nuovo governo e io sostengo personalmente questo tipo di approccio in cui il fair play, la legge e regolamenti prevarranno», ha aggiunto.
Syriza guidata da Alexis Tsipras è da tempo critica su come un ristretto numero di famiglie greche giochino un ruolo dominante e in settori chiave dell'economia. Una battaglia per la concorrenza che ha il sostegno dell'Unione europea e dell'Ocse.
Ma alcuni critici dicono che il governo Syriza dovrebbe fare una separazione più netta nella sua retorica pubblica tra la sua politica contro le attività illegali come la corruzione e l'evasione fiscale e la sua più ampia agenda politica per limitare il potere dei più facoltosi, che potrebbe spaventare gli investitori e stimolare la fuga di capitali.
Nikoloudis ha detto alla Reuters in un'intervista che non accusava i ricchi in generale. “Sarei pazzo a pensare in quel modo”. Nikoloudis è ancora in attesa di un nuovo ufficio, di personale e di un bilancio. Ma, parlando nel suo vecchio ufficio, ha detto che precedenti indagini sul contrabbando di petrolio, la frode bancaria e l'evasione fiscale ha individuato che i responsabili erano ricchi uomini d'affari con protettori politici”. “Quindi non attacco i ricchi, ma le persone che ho trovato che commettono reati”, ha spiegato.
Nikoloudis è molto popolare tra i greci che credono che la corruzione sia profondamente radicata nella società. E'un uomo d'azione e dice che l'unità di informazione finanziaria, che ha guidato fino ad oggi, ha sviluppato un sistema di controlli che hanno identificato più di 20.000 persone le cui attività non corrispondono loro dichiarazioni fiscali.
Molti hanno elogiato la promessa di Tsipras di combattere il contrabbando di petrolio, un meccanismo che permette di far passare combustibile dichiarato per l'export e quindi non tassato nel mercato interno eludendo la relativa tassa. Una pratica che in passato non è stata tra le priorità dei passati governi.
Il professore universitario Dimitris Mardas è stato nominato vice ministro delle finanze con lo scopo di ridurre l'evasione e gli appalti non trasparenti. In una intervista, ha illustrato il programma che ha in mente per sconfiggere i contrabbandieri, cioè installare sistemi GPS sulle petroliere che trasportano carburante.
Mardas ha detto di sperare di recuperare un miliardo di euro di fatturato annuo solo riducendo il contrabbando di carburante. Ma sono in molti ad essere scettici.
Il problema è che l'evasione fiscale e la corruzione, in generale, sono radicati nella società e combattere questo fenomeno potrebbe ridurre il sostegno politico di Syriza.
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