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IL FRONTE ENERGETICO

Russia-Ucraina, è guerra anche sul gas. Putin: tagliare le forniture all’Est «puzza di genocidio»

Si riaccende il fronte del gas nella guerra tra Russia e Ucraina. Vladimir Putin ha usato parole pesanti riferendosi alla decisione di Kiev di tagliare le forniture di gas alle zone occupate dai separatisti: «Puzza un po’ di genocidio», ha detto il presidente russo nella conferenza stampa al termine del suo incontro con il presidente cipriota Nicos Anastasiades a Mosca. «Non solo c’è la carestia, non solo l’Osce ha denunciato una catastrofe umanitaria, in più gli tagliano anche il gas. Tutto questo sembra un genocidio», ha tuonato il leader del Cremlino parlando delle zone di Donetsk e Luhansk, quelle dove è più forte la presenza dei ribelli filo-russi.

Il quale ha poi minacciato di chiudere i rubinetti del gas se l’Ucraina non paga. La cifra «pagata in anticipo dalla parte ucraina basterà per le forniture di gas per 3-4 giorni», ha detto, e se non arriveranno altri pagamenti «Gazprom sospenderà le forniture». «È chiaro che questo può rappresentare una minaccia al transito del metano russo verso l'Europa».

Putin ha comunque espresso la speranza che «non si arriverà a tali misure estreme e che le forniture di metano non saranno interrotte, ma questo - ha precisato - non dipende solo da noi ma anche dall’Ucraina». Ieri il numero uno di Gazprom, Alexei Miller, ha affermato che a Kiev «restano solo 219 milioni di metri cubi di gas prepagato». In una lettera alla compagnia di Stato ucraina Naftogaz, Miller afferma che sono rimasti solo tre giorni di forniture di gas prepagato, precisando che non sarano effettuate esportazioni che non siano state pagate in anticipo.

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