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Warren Buffett sceglie il suo successore. Ma è giallo sul nome

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il guru della finanza americana

Warren Buffett sceglie il suo successore. Ma è giallo sul nome

NEW YORK - Una battaglia a due. Anzi, forse il duello è già deciso ma in gran segreto, come si compete per la successione al trono di ogni grande impero. Il trono in palio è quello di Warren Buffett, il finanziere americano più noto al mondo, e l'impero quello della sua Berkshire Hathaway, da lui trasformata in 50 anni di acquisizioni miliardarie dalle ferrovie e dal real estate statunitensi all'abbigliamento tedesco per motociclisti, in un colosso da 20 miliardi di dollari di profitti annuali, 117 miliardi di investimenti azionari e 63 miliardi in contanti. I pretendenti? Ajit Jain, che guida il business assicurativo, e Greg Abel, a capo delle attività nell'energia.

Che il successore dell'84enne Buffett sia uno di loro due - e forse sia già stato incoronato nell'ombra - lo hanno detto a chiare lettere lo stesso Oracolo di Omaha e il suo braccio destro di sempre, il vicepresidente Charles Munger. O meglio lo hanno detto in una chiara lettera annuale spedita agli azionisti sul futuro della società, che canta le virtù di entrambi gli executive. Jain, 63, anni è considerato dai più in pole position, ma Abel, più giovane di una decade, potrebbe essere il colpo a sorpresa.

Davanti a una ipotetica ma non troppo uscita di scena a tempo brevi di Buffett, garantisce Munger, Berkshire rimarrebbe una società «migliore del normale» anche con un successore «di moderata abilità». E non è questo, oltretutto, il caso.

“Sono di classe mondiale”, ha fatto sapere Munger della coppia di dirigenti. Per alcuni aspetti sono in realtà entrambi “migliori executive di Buffett”. Jain ha creato dal nulla l'enorme business delle riassicurazioni sotto l'ombrello di Berkshire. Abel è arrivato con l'acquisizione di una utility nel Duemila e ha ampliato l'attività nei servizi energetici fino a raggiingere 11 milioni di consumatori su scala mondiale.

Buffett si è a sua volta rivolto agli investitori nella missiva annuale per descrivere il profilo del successore prescelto: «Calmo, razionale, determinato». E soprattutto capace di sconfiggere l'Abc della decadenza del business, cioè arroganza, burocrazia e compiacenza. Non ha fatto nomi, l'Oracolo, ma ha detto che il board è convinto “Berkshire abbia la persona giusta per la successione alla poltrona di Ceo”. E, confermando le parole di Munger, che «su importanti aspetti farà meglio di me».

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