Mondo

Più servizi tv, così cresce la diffusione della banda

  • Abbonati
  • Accedi
Europa

Più servizi tv, così cresce la diffusione della banda

  • –Marco Mele

strada segnata

Ad aprire il mercato l’accordo dello scorso anno tra Sky e Telecom Italia ma siamo solo agli inizi . Uno dei problemi sarà la capacità della rete

«Il problema, oggi, non è la larghezza di banda, quanto la sua scarsa diffusione». Stefano Parisi, presidente di Chili Tv, “fotografa” così la situazione italiana, alla vigilia della presentazione del Piano governativo sulla banda ultralarga.

«Con 10 Megabit - spiega Parisi - posso vedere un film in alta definizione con una qualità di video in Blu Ray. Il problema è che il 50% delle famiglie italiane non ha una connessione a banda larga. Da noi la penetrazione di Internet è legata al possesso di un Pc: questo è il vero gap che abbiamo con l’Europa. Le SmarTv, le televisioni interconnesse, possono generare una domanda di Web anche in famiglie senza Pc». Così come gli smartphone, banda mobile permettendo.

Il video sta conquistando un ruolo centrale per la diffusione globale del traffico in banda larga: è il principale fattore di sviluppo della convergenza. Negli Stati Uniti, due soli operatori, Netflix e You Tube, occupano il 49% della banda utilizzata nel secondo semestre del 2014. Secondo una ricerca di ITMediaConsulting la modalità di business che si sta imponendo è quella dello SVOD (Subscription Video On Demand), con un abbonamento mensile a costi bassi (dai sette ai dieci euro mensili). Questo richiederà reti sempre più performanti, in grado di veicolare tali contenuti.

«Quando avremo i nuovi standard televisivi - precisa Parisi - come il 4k e l’UltraHD, allora le connessione attuali non saranno sufficienti, ma questo sarà tra cinque-sei anni».

Dopo una stagione in cui si è parlato tanto di media company, senza modificare gli assetti del mercato, ora è tempo di accordi tra compagnie di telecomunicazioni e società televisive. Come quello siglato tra Telecom Italia e Sky nell’aprile dello scorso anno. I contenuti premium di Sky (e in futuro, secondo le intenzioni dei vertici Telecom, quelli di Mediaset Premium) saranno un elemento centrale per valorizzare le infrastrutture di rete di nuova generazione. Per Sky si allarga l’orizzonte delle piattaforme da cui trasmettere: al satellite, al digitale terrestre dove SkyTg24 si è affiancata a Cielo, al web, dov’è presente Sky On Line, da aprile arriverà la banda ultraveloce di Tim (unico brand sul mercato di Telecom Italia). Sky, dal 2011, ha anche un accordo commerciale con Fastweb: un’offerta combinata di televisione a pagamento e rete a banda larga.

«Dobbiamo modulare le nostre offerte sulla singola famiglia - commenta Daniela Biscarini, responsabile dell’area multimedia entertainment di Telecom Italia - puntando sull’evoluzione del cliente. Alle famiglie più anziane offriamo la televisione di Rai, Mediaset e La7 degli ultimi sette giorni o il quotidiano su tablet. Per far conoscere Internet e l’uso del tablet e far scoprire nuovi utilizzi. Ci sono, invece, i clienti più evoluti, che richiedono sempre maggiore connessione».

L’arrivo di Netflix è atteso in diversi mercati come un fattore decisivo per la crescita della domanda di consumo di video in streaming e quindi di banda. Gli attuali operatori della Tv via Internet, come Chili, non sembrano spaventati. «Il mercato è talmente all’inizio - continua Stefano Parisi - che c’è spazio per tutti. Se arriva Netflix in Italia, ben venga. E se un operatore delle Tlc fa un accordo con un broadcaster per valorizzare la banda larga, è positivo. Gli operatori di Tlc fanno una politica di forti sconti ma la penetrazione di Internet non cresce. Un film o un evento in Hd possono far percepire il valore della banda e trovare chi è disposto a pagare di più per avere una buona connettività. Noi stiamo operando in Polonia e in Austria, che hanno dinamiche di crescita superiori a quelle dell’Italia».

Un pericolo paventato dai produttori di cultura, non a torto, è quello della diffusione della “pirateria” in parallelo alla banda larga. Parallelo che funziona finché non arriva un’offerta legale “forte”, come quella di Netflix: la quota di BitTorrent, uno dei principali siti per la fruizione di contenuti “pirata”, è stata abbattuta del 300% negli Stati Uniti con l’affermazione di Netflix, ed è calata al 6,7% del consumo di video a fine 2013, mentre in Europa BitTorrent è al 18,6% e in Asia al 25,5 per cento. Il maggior problema è la difesa della privacy sulle proprie preferenze e i consumi: nel 2020, secondo l’Economist, l’80% della popolazione mondiale, circa 4 miliardi di persone, userà uno smartphone (ne sono stati venduti 500 milioni lo scorso anno in Cina), che si muoverà con noi, sempre, e saprà tutto di noi. Per capire l’evoluzione dello scenario, va tenuta presente, inoltre, la diffusione di apparati «divoratori di banda», come i Tv con Ultra Hd.

Per i regolatori, il compito di valutare se le regole di un comparto, quello televisivo, vadano allargate ai colossi del web. O se va adottato un modello di regole “leggere” per tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA TELEVISONE SULLA BANDA LARGA

Fruizione contenuti Tv tramite internet. In % sul consumo televisivo

LA DIFFUSIONE DELLE TV CONNESSE

Penetrazione delle Smart Tv. In % sul totale televisori

Fonte: elaborazioni ITMedia Consulting su dati Ofcom, Consumer research, 2013