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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2015 alle ore 15:35.
L'ultima modifica è del 03 marzo 2015 alle ore 19:49.

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Una mossa disperata per arginare una crisi economica ormai fuori controllo. È questo il senso della decisione con cui la Banca centrale dell’Ucraina ha annunciato una stretta monetaria con pochi precedenti: un rialzo dei tassi di riferimento dal 19,5% al 30 per cento a partire dalle operazioni di rifinanziamento di mercoledì. L’annuncio della presidente della Banca, Valeria Gontareva, è una misura per cercare di fermare la corsa dei prezzi al consumo legata alla svalutazione galoppante della moneta ucraina.

La grivna, la moneta nazionale, ha dimezzato il suo valore lo scorso anno e ha perso un altro 50% sul dollaro nei primi due mesi del 2015 .

«La minaccia di inflazione è aumentata molto per le conseguenze negative legate al panico sui mercati valutari», ha dichiarato il capo della Banca centrale Valeria Gontareva. L’inflazione all’inizio dell’anno ha raggiunto il 30%, un effetto della maxi svalutazione della moneta.

La banca centrale ha anche deciso di estendere la regola che obbliga le imprese a convertire in valuta locale il 75% dei profitti in valuta estera. Il suo obiettivo è riportare il cambio intorno a 20-22 grivne per un dollaro, ha detto la Gontareva.

L’Ucraina ha un disperato bisogno di fondi per evitare la bancarotta. L’11 marzo il board del Fondo monetario internazionale si riunisce per decidere un salvagente da 17,5 miliardi di dollari senza il quale il default sarebbe questione di settimane o mesi. In questi giorni il Governo sta apportando modifiche alla legge finanziaria per includere le richeste dell’Fmi, tra cui tagli alle pensioni e riduzione dei sussidi alle bollette energetiche. L’economia ucraina lo scorso anno ha subìto una contrazione del Pil del 7,5% e quest’anno è prevista in ulteriore calo del 5,5 per cento.

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