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6/7 Ombre sul caso Nemtsov / 6. I nemici di una vita

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    6/7 Ombre sul caso Nemtsov / 6. I nemici di una vita

    Certo a Nemtsov non dovevano mancare i nemici, collezionati nel corso di una vita “all'attacco”: gli anni di Nizhnij Novgorod, la città in cui il giovane e intraprendente governatore diede il via alle privatizzazioni delle aziende locali; poi gli anni di Mosca, Nemtsov pupillo di Boris Eltsin vicepremier e ministro dell'Energia. L'avvento di Putin (che Eltsin preferì proprio a Nemtsov) e poco dopo la scelta di passare all'opposizione, nel difficile e vano tentativo di creare una formazione liberale e democratica compatta. Dal bicchiere di aranciata ricevuto in faccia in diretta tv dal leader nazionalista Vladimir Zhirinovskij, alle intercettazioni telefoniche in cui se la prende con altri dirigenti liberali, Nemtsov non era un uomo che fuggiva il confronto. Né aveva mai risparmiato critiche feroci a Putin. Per questo nasce un dubbio: Nemtsov, pur determinato a non arrendersi e a proseguire le sue battaglie, in quanto oppositore aveva ormai un ruolo piuttosto marginale nella vita politica russa. Perché ucciderlo proprio ora?

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