7/7 Ombre sul caso Nemtsov / 7. Il rapporto segreto
A prima vista potrebbe sembrare la risposta più ovvia. Poco prima di morire Nemtsov avrebbe confidato a Ilja Jashin, un altro esponente del movimento di opposizione, di avere le prove della presenza di soldati russi nel Donbass, e di essere pronto a pubblicare uno dei suoi numerosi rapporti intitolato “Putin, guerra”, per inchiodare il presidente russo. Se dunque qualcuno ha voluto mettere a tacere Nemtsov per questo motivo (e questa è l'interpretazione sposata dal presidente ucraino Petro Poroshenko), probabilmente gli ispettori che subito dopo la morte hanno setacciato il suo appartamento e gli uffici andavano proprio a caccia del presunto dossier ucraino. Qualcuno ribatte che di prove sul coinvolgimento russo in Ucraina ne sono state fornite abbastanza, senza però riuscire a mettere il Cremlino con le spalle al muro. Che cosa poteva sapere di più Nemtsov? Dove ha messo al sicuro le proprie informazioni? Potremmo saperlo presto: in un'intervista al Times, Jashin ha promesso di pubblicare lui il rapporto. E ha spiegato che l'unica versione integrale era conservata nel computer di casa della vittima, un hard disk prontamente confiscato dagli inquirenti, ma che le varie prove raccolte da Nemtsov - tra cui testimonianze dei genitori di soldati russi uccisi in Ucraina - sono state salvate. I suoi collaboratori le stanno rimettendo insieme anche se, dice Jashin, “ci vorrà un po' di tempo”.
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